Sembra delinearsi uno scontro tra Governo e Regioni amministrate dal centrodestra, Sardegna compresa, sulla Fase 2 dell'emergenza coronavirus.

Tema del contendere, l'ultimo Decreto (LEGGI) del presidente del Consiglio sulle progressive riaperture delle attività, giudicato troppo "stringente" e con poca possibilità di intervento, manovra e autonomia da parte di alcune amministrazioni locali.

Per questo Christian Solinas e gli altri governatori dei territori guidati da Lega, Forza Italia e altre forze di centrodestra (oltre all'Isola, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, provincia autonoma di Trento) hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mettendo in copia anche Camera e Senato.

LE RICHIESTE - "Pare assolutamente necessario - si legge nella missiva - che l'attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all'esigenza di tutela della salute collettiva".

SOLINAS - "Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio - spiega Solinas - come Governatori della maggioranza delle Regioni italiane e delle Province Autonome e alla luce dell'incontro odierno col Governo per chiarire, con spirito di collaborazione, la nostra posizione sulla fase 2. Nelle richieste avanzate - sottolinea il governatore - è possibile ritrovare i punti fondamentali per la ripartenza già illustrati nei giorni scorsi, che hanno trovato ampia condivisione tra tutti i colleghi, nel segno del rispetto delle Autonomie e delle peculiarità territoriali, e dell'esigenza di diversificare le misure in atto".

"Anche in Sardegna - conclude il presidente della giunta sarda - alla luce dei dati è possibile avviare finalmente una ripresa ordinata, prudente ma più rapida, del nostro sistema economico e produttivo, e consentire un graduale ritorno a quella nuova normalità della vita sociale tanto attesa da tutti".

IL GOVERNO - Ma la lettera dei governatori, partita in concomitanza con l'incontro in videoconferenza tra il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e gli stessi rappresentanti delle Regioni, si scontra con la "linea dura" che sarà attuata dal Governo.

Proprio durante la videoconferenza, infatti, Boccia ha ribadito che eventuali riaperture anticipate e differenziate rispetto alla tabella di marcia del Dpcm saranno prese in cosiderazione, ma che dovrà comunque essere Roma a dettare tempi e modi della Fase 2.

"In base al monitoraggio delle prossime settimane ci potranno essere dal 18 maggio scelte differenziate tra le regioni sulle riaperture di attività. Più i contagi andranno giù, più la sanità territoriale sarà in sicurezza, più si potrà riaprire secondo un monitoraggio che discuterete con il ministro Speranza. Definito il monitoraggio si potrà procedere a differenziazioni", ha detto Boccia.

"Propongo - ha aggiunto il ministro - un metodo perché le ordinanze regionali siano coerenti con il Dpcm", ha aggiunto il ministro.

GLI SCENARI - E, da quanto si apprende, se i governatori dovessere emanare ordinanze "non coerenti" con il decreto, prevedendo un allentamento delle misure, il ministro interverrà chiedendo la rimozione delle regole regionali in contrasto con quelle governative. In caso le ordinanze non dovessero essere rimosse, Boccia ha spiegato ai governatori che il Governo è pronto anche a impugnare i provvedimenti dissidenti. Dunque, il sottinteso, l'esecutivo è pronto anche alla diffida e a rivolgersi alla Tar o alla Consulta per dirimere eventuali controversie riguardanti le norme che dovranno regolare la Fase 2.

(Unioneonline/l.f.)
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