Due senatori - Ugo Grassi e Stefano Lucidi - hanno lasciato il Movimento 5 Stelle. Il primo è passato alla Lega, il secondo non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro.

"Il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni, bensì dalla determinazione dei vertici del Movimento di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine", scrive il senatore Grassi in una lettera - diffusa dallo staff del Carroccio - nella quale motiva il suo cambio di casacca.

"Gli effetti di questo modo di procedere - si legge ancora - sono così gravi ed evidenti da non dover essere neppure esposti. Basti l'esempio della gestione dell'ex Ilva". Il senatore parla poi del primo governo Conte, mesi in cui "ho avuto modo di comprendere che molti dei miei obiettivi politici erano condivisi dal partito partner di governo".

"Oggi - continua - forte di una reciproca stima, la Lega mi offre, a fronte di un evidente fallimento della mia iniziale esperienza, una seconda opportunità per raggiungere quegli obiettivi".

Una decisione che arriva all'indomani del voto contrario alla risoluzione di maggioranza sul Mes. Quattro i senatori grillini che hanno votato contro. Gli altri tre sono Stefano Lucidi, Gianluigi Paragone e Francesco Urraro.

E Lucidi oggi ha fatto sapere che anche lui ha deciso di lasciare M5S: "Lega o gruppo Misto, sto valutando in queste ore. Serve una spallata per far risvegliare il Movimento, qualcosa deve cambiare in modo radicale. Se una forza politica che ha un suo capo riconosciuto passa dal 33 al 15% qualcuno deve prenderne atto", dichiara il senatore. Che allarma i pentastellati e il governo Conte, mai traballante come in questi giorni: "So che usciranno 20 o 30 persone e che stanno valutando di fare un nuovo gruppo, ma non credo avranno la forza per farlo, quindi non li aspetto".

SALVINI E DI MAIO - L'ex ministro dell'Interno accoglie a braccia aperte il senatore Grassi: "Gli diamo il benvenuto. Porte aperte per chi, con coerenza, competenza e serietà, ha idee positive per l'Italia e non è succube del Pd. Su riforma ed efficienza della giustizia e rilancio delle università italiane, col senatore Grassi lavoreremo bene".

Durissimo l'attacco di Luigi Di Maio: "I senatori che vogliono possono passare alla Lega, ma non raccontino balle e dicano che il tema non è il Mes ma che gli hanno proposto altre contropartite, qualcosa alle regionali o un seggio alle prossime elezioni nazionali. Il mercato delle vacche cui stiamo assistendo è la solita logica dei voltagabbana che noi abbiamo sempre combattuto. Chi tradisce il mandato vada a casa. Altrimenti ci dica il listino prezzi di questo mercato delle vacche, Ci dicano quanto costa al chilo un senatore per la Lega. Il mercato delle vacche che ha aperto Salvini al Senato ci ricorda quello di Berlusconi ai tempi di De Gregorio".

Il capo politico M5S è tornato anche sul Mes: "Non siamo mai stati d'accordo, ma al governo non siamo arrivati da soli, durante la parte negoziale di questa riforma governava anche la Lega. Se Salvini era contrario perché ha avallato l'inizio di questo percorso di riforma? E comunque la firma non è all'orizzone e la nostra presenza nell'esecutivo fa sì che qualsiasi cosa si decida dovrà tendere a migliorarlo".

(Unioneonline/L)
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