Il nuovo scontro nella maggioranza riguarda la riforma della prescrizione, e fa tremare il Conte bis.

Parliamo del provvedimento definito "fine processo mai" dai penalisti e dai suoi oppositori, che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. La riforma, approvata dal governo gialloverde, divnetrà operativa dal 1 gennaio 2020.

Se M5S vede ormai a un passo l'entrata in vigore di un provvedimento fortemente voluto, Pd e Italia Viva sono sulle barricate, perché il governo non ha fatto in tempo ad approvare una riforma della giustizia che accorci i tempi dei processi, risparmiando ai cittadini il rischio di trovarsi invischiati in processi infiniti.

Ieri Zingaretti, che ritiene "inaccettabile che la riforma entri in vigore senza garanzie sulle durate dei processi", ha avvisato: "O si trova una quadra sulla riforma della giustizia o presenteremo entro fine anno una nostra proposta di legge".

Oggi a rincarare la dose, in un'intervista al Messaggero, ci ha pensato Matteo Renzi: "Volere una giustizia senza fine significa proclamare la fine della giustizia", ha detto. Sono due le alternative per il leader di Italia Viva: "La prima è che la maggioranza trovi una soluzione. Ma se non accadrà voteremo il ddl di Enrico Costa". Costa, di Forza Italia, ha presentato un disegno di legge per rinviare l'entrata in vigore del provvedimento. "Bonafede - ha aggiunto Renzi riferendosi al ministro autore della contestata norma - può contestare la sua legge, se vuole, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee".

"La nostra risposta - avverte minaccioso Di Maio - dal primo gennaio diventa legge. Su questo non si discute, se poi il Pd vuole votare una legge con Salvini e Berlusconi sarà un Nazareno 2.0, ma credo non avverrà".

"Forse Di Maio non ha capito - attacca Marcucci del Pd - la gravità della situazione. Sulla prescrizione non faremo passi indietro. Non si può accettare una norma incostituzionale, non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono diverse soluzioni tecniche da affrontare, consiglio al capo M5S di smetterla con le provocazioni".

È scambio di consigli, o minacce, e avvertimenti. Con il ministro Roberto Speranza (LeU) che prova a ricucire: "Sulla riforma Bonafede c'è bisogno di un sistema di maggiori garanzie, sono convinto che ci siano le condizioni per trovare un punto di sintesi e mediazione".

(Unioneonline/L)
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