Si è concluso al Quirinale il colloquio tra Sergio Mattarella e Giuseppe Conte.

Il presidente della Repubblica gli ha conferito l'incarico, accettato dal professore con riserva, di dare vita all'esecutivo M5s-Pd, come proposto ieri dai due partiti al termine del secondo giro di consultazioni.

"È una fase molto delicata", ha detto Giuseppe Conte, un lieve accenno di sorriso, nelle prime dichiarazioni alla stampa al termine del colloquio: "Oggi stesso comincerò le consultazioni con le parti, non sarà un governo contro".

I NODI - La strada per Conte si annuncia accidentata. Resta in piedi il nodo dei vicepremier, anzitutto, con un braccio di ferro durissimo tra il M5s che vorrebbe Di Maio ed eventualmente un altro volto Pd, e il Nazareno che invoca discontinuità rispetto al modello "vicepresidenziale" gialloverde e chiede invece un unico vice democratico come contraltare.

A complicare la faccenda ci si mette anche Beppe Grillo, che chiede un governo di tecnici con i politici, Di Maio incluso, a fare da sottosegretari. Poi precisa: "Decide il capo M5s, ai tecnici vadano i ministeri tecnici".

Il leader pentastellato rifiuta le accusa di "poltronofilia", e lo fa con il suo asso nella manica: "La Lega - ha detto in conferenza stampa al Quirinale - mi aveva offerto di fare il premier. Ma io penso al Paese: anche un anno fa ho rinunciato al ruolo di candidato premier e, grazie a quella scelta, l'Italia ha conosciuto Conte".

E c'è anche il macigno Rousseau: il Pd, come dichiarato da Andrea Orlando, ritiene "inaccettabile" che il voto sulla piattaforma di Casaleggio decida la sorte del nuovo governo. Ma il M5s tira dritto e conferma il referendum su web: è come una direzione.

(Unioneonline/D)
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