"Oggi bloccare la Tav costerebbe più che completarla". In una breve diretta, studiata a lungo e diffusa nella serata di ieri, Giuseppe Conte impone la svolta sulla Tav e fa ingoiare l'ennesimo boccone amaro al Movimento 5 Stelle.

Venerdì. è l'annuncio del presidente del Consiglio, l'Italia dirà sì ai fondi europei per un progetto che ormai non si può più fermare, sostiene Conte: "Non c'è un'alternativa, e uno stop non farebbe gli interessi nazionali perché costerebbe di più agli italiani".

L'annuncio arriva dopo una lunga premessa nel corso della quale Conte ricorda le posizioni espresse nei mesi scorsi e ribadisce: "Non ho cambiato idea sulla mia posizione di principio, io quell'opera non l'avrei mai fatta, ma non è stato questo governo a dire sì al progetto".

E ora, con l'aumento dei fondi Ue che salgono al 55% "l'impatto finanziario per l'Italia è destinato a cambiare". Con Macron, aggiunge il premier, "ho insistito a lungo su un progetto alternativo, su un piano B, ma la Francia è contraria".

Non si può parlare di fulmine a ciel sereno perché l'aria di tempesta si avvertiva. Conte in questo modo disinnesca una mina che avrebbe potuto portare Salvini a far cadere il governo. Ma lascia uno spiraglio ai 5 Stelle, una decisione del Parlamento che ribalti quella del governo.

"Rispetto Conte - replica subito Luigi Di Maio - ma il M5S presenterà un atto in Parlamento e decideranno le Camera. Per noi la Tav è dannosa. Abbiamo ricevuto attacchi fantasiosi di una presunta alleanza col Pd. Tutto falso, ma fra non molto vedremo coi nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, la Fornero e Berlusconi. Il Parlamento resitituirà a tutti la verità dei fatti".

Salvini gongola per l'ennesimo smacco agli alleati, e allo stesso tempo punge: "La Tav si fa, come giusto e come chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso".

E mentre crolla l'ennesimo baluardo pentastellato (in Aula potranno anche votare no e cristallizzare il loro isolamento sulla questione, resterà il fatto che il governo a maggioranza M5S continuerà nella realizzazione dell'opera, il cui stop è la madre di tutte le battaglie del Movimento, sin dai tempi di Beppe Grillo) si registra il silenzio imbarazzato degli esponenti meno governisti, da Fico a Di Battista.

E quello di Toninelli, che sulla Tav ci ha fatto una commissione costi benefici per dire che l'opera è inutile, e che appena due giorni fa aveva silurato l'unico esponente di quella commissione favorevole all'opera. Traballa ora la poltrona del ministro "che blocca le opere", come lo definisce Salvini.

(Unioneonline/L)
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