"Il tempo di cambiarmi camicia e giacca e si va a battagliare in Cdm". Così Salvini avvisava i suoi followers intorno alle 20.

E battaglia è stata, ma il ministro dell'Interno ha dovuto incassare il rinvio del decreto sicurezza bis in un Consiglio dei ministri che si è concluso con un nulla di fatto, se si escludono le nomine.

La giornata era tesa. Dalle dichiarazioni del sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti ("Governo fermo da 20 giorni, Conte non è super partes") che hanno scatenato l'ira del premier, agli attacchi di Di Maio ("La Lega ha perso la testa, ormai è un disco rotto, parlano solo di migranti. Non si fischia Papa Francesco in piazza").

Così il Consiglio dei ministri è cominciato in un clima concitato, da resa dei conti. Giorgetti non si è presentato e Conte ha messo subito sul piatto "le criticità segnalate dal Colle" sul decreto sicurezza bis, che il leader del Carroccio voleva portare a casa già ieri sera.

"Ah sì, e fammi capire: quali sarebbero?", la risposta di Salvini, in quella che è stata definita una vera e propria lite tra premier e vicepremier.

Un muro contro muro che ha portato il leader del Carroccio a sfidare - era mezzanotte - Conte e Di Maio. "Non torno sui miei passi, sto qui tutta la notte se serve. Sono pronto ad arrivare al voto in Consiglio dei ministri". Salvini voleva stanare i 5S, in maggioranza in Cdm: "Bocciate il mio decreto, a costo di far cadere il governo".

E invece il "Capitano", dopo tre ore e mezzo ad altissima tensione, ha ceduto.

Il Consiglio dei ministri si è sciolto alle 00.35. Si è litigato e si è deciso solo sulle nomine. Quanto al decreto sicurezza bis, è finita con un rinvio "in settimana". Salvini accoglierà i rilievi del Quirinale, è "certo" che il provvedimento verrà approvato. E non è passato neanche il decreto famiglia, "ostaggio" di quello sicurezza in un continuo scontro che paralizza l'attività di governo. "Questo miliardo non si tocca", ha scandito Di Maio.

(Unioneonline/L)
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