La pioggia di ricorsi fa paura ai consiglieri
In bilico ci sono 20 seggi: dal caso delle firme della Lega agli equilibri territoriali del PdPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un'ondata di ricorsi che rischia di trasformarsi in uno tsunami per il Consiglio regionale.
Il primo appuntamento è dietro l'angolo perché il 12 giugno il Tar si esprimerà su un maxi-ricorso presentato da Antonio Gaia, Pierfranco Zanchetta e Marzia Cilloccu, che potrebbe rimettere in discussione il posto di 20 consiglieri regionali. Ma i faldoni sul tavolo dei giudici cominciano a moltiplicarsi perché sono numerosi i non eletti che hanno deciso di presentare un ricorso, più o meno collegato a quello di Gaia. Tra questi ci sono Edoardo Tocco, Ivan Piras e Franco Tegas (Fi), Antonio Solinas (Pd) e Gaetano Ledda (Psd'Az).
A RISCHIO - La mancata raccolta di firme e la "transumanza" dei seggi da un collegio a un altro. Sono questi i due capisaldi del ricorso presentato da Gaia, Zanchetta e Cilloccu. Alcuni partiti, tra cui la Lega, non hanno raccolto le firme per presentare le liste, grazie a un'adesione tecnica di un consigliere regionale che però non faceva parte della medesima lista. La richiesta è dunque annullare il verbale di proclamazione e ricusare le liste. Nel mirino del ricorso finiscono quindi Pierluigi Saiu, Andrea Piras, Sara Canu, Michele Pais, Annalisa Mele, Dario Giagoni, Ignazio Manca e Michele Ennas (Lega), Valerio De Giorgi (Fortza Paris), Roberto Caredda (Sardegna Civica), Laura Caddeo e Diego Loi (Noi la Sardegna), Franco Stara (Futuro Comune) e Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune).
L'assegnazione dei seggi ai territori è il motivo che ha spinto Antonio Solinas a presentare un ricorso che il 26 giugno sarà discusso dal Tar.
La questione è interna al Pd e riguarda l'assegnazione dell'unico seggio all'Ogliastra andato ai dem. Il ricorso presentato da Edoardo Tocco chiede l'annullamento della proclamazione degli eletti, ma soprattutto elenca i potenziali interessati nel caso ci fosse un ribaltone. Non cambierebbero le proporzioni del presidente vincitore perché Solinas supererebbe comunque il 40% e il centrodestra avrebbe quindi il 60% dei seggi.
Quello che cambierebbe sono gli equilibri tra le forze di maggioranza e opposizione.