Dopo le polemiche di questi giorni e l'aspro scontro tra Lega (favorevole all'opera) e Movimento 5 Stelle (contrario), il governo giallo-verde ha finalmente deciso cosa fare in merito alla pubblicazione dei bandi per l'assegnazione dei lavori per il proseguimento della realizzazione della Tav Torino Lione.

In una lettera alla Telt, la società a partecipazione franco-italiana incaricata del progetto, l'esecutivo ha autorizzato la stessa a pubblicare gli annunci "preliminari", senza autorizzare "qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara".

In sostanza, la Telt avrà il permesso, da lunedì, termine prestabilito, di inviare gli "inviti a presentare candidatura", per quanto riguarda "gli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo per la presentazione alla commissione del finanziamento per l'anno 2019".

GLI "AVVISI" - Da notare che il termine che verrà utilizzato - "avis de marchès" - se in italiano si può tradurre con il termine generico di "avvisi", nella terminologia giuridica francese è comunque l'equivalente di bandi.

Uno "stratagemma", rilevano in molti, utile a far proseguire l'iter, consentendo comunque al Movimento 5 Stelle di mantenere fede alla promessa elettorale relativa alla sospensione dei "bandi" della contestata opera.

SCONTRO RINVIATO - Una mossa insomma che di fatto rinvia lo "scontro finale" tra le due anime della maggioranza, almeno fino a dopo le elezioni europee.

E mentre tutto resta aperto, le divergenze sono destinate a sopirsi, ma le posizioni di Lega e 5 Stelle restano comunque agli antipodi.

POLEMICHE - Nel frattempo, i big pentastellati esultano per il "blocco dei bandi" (quando in realtà si tratta solo di un rinvio) l'escamotage trovato dal governo Conte (che ha anche scritto a Macron e Juncker), dando però alle opposizioni materiale per un nuovo fuoco di accuse.

"La soluzione individuata dal governo Conte è fuffa, una supercazzola", ha commentato il senatore ed ex premier Pd Matteo Renzi, ospite di "In mezz'ora in più su Rai 3.

Aggiungendo: "Per mandare avanti il governo, mandano indietro l'Italia". Ma "il soggetto giuridico che può cambiare la decisione sulla Tav è il Parlamento, dove oggi non c'è una maggioranza per farlo. Il

Pd? Questo non è tema di divisione nel partito", ha aggiunto.

Duro anche il commento di Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia: "L'azzeccagarbugli Conte anche stavolta non l'ha azzeccata: la commedia degli equivoci che il governo sta mettendo in campo per rinviare la decisione sulla Tav è una vergogna e un tradimento del Nord, dell'Italia, dell'Europa".

"Per difendere le proprie poltrone e per raggranellare qualche punto percentuale alle elezioni europee - aggiunge Gelmini - questo governo sta mandando in malora il Paese, rinviando un investimento strategico sulla base di mere convenienze e per difendere 'l'identità del Movimento 5 Stelle'".

(Unioneonline/l.f.)
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