"Il governo non rischia di cadere".

Questa la rassicurazione di Giuseppe Conte, dopo il vertice con i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio a proposito della Tav Torino-Lione, dossier fonte di frizioni tra Lega (favorevole all'opera) e Movimento 5 Stelle (che, invece, la vorrebbe cancellare).

Uscendo da Palazzo Chigi dopo il faccia a faccia, cui ha partecipato anche il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, il presidente del Consiglio ha annunciato che ci saranno "supplementi" di analisi sulle carte del progetto e che al termine di tale ricognizione "il governo prenderà la decisione che reputa migliore per l'Italia".

Decisione che, ha aggiunto il premier, potrebbe essere presa già venerdì, almeno per quanto riguarda i bandi.

Le divergenze, comunque, permangono.

Salvini getta acqua sul fuoco e assicura: "Sulla Tav il governo non rischia assolutamente. Ci stiamo lavorando, prevalga in buonsenso".

Se il leghista abbozza, i pentastellati sembrano più netti e decisi. "Non capisco perché si debba parlare di un progetto di 20 anni fa, un progetto obsoleto che si può superare facendo altre cose, investendo quei soldi su progetti che possono servire", afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni.

Intanto, Zingaretti inaugura il nuovo corso Pd confermando il sì all'opera. "I bandi non si interrompano, sarebbe criminale pensare di perdere centinaia di milioni di investimenti e migliaia di posti di lavoro", ha detto ieri.

"Il Paese - ha aggiunto - è in ginocchio. La produzione industriale è crollata, e la Tav è il simbolo di come non ci si deve comportare. Per nascondere una divergenza politica ogni settimana se ne ascolta una e intanto il cantiere è fermo. E l'Italia ne paga i costi, questo è inaccettabile".

(Unioneonline/L-l.f.)
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