Nuova puntata della vicenda di Giulia Sarti, l'ex deputata del Movimento 5 Stelle travolta dallo scandalo Rimborsopoli partito da Le Iene.

È lei una dei 14 pentastellati che non hanno restituito parte del loro stipendio al fondo per il microcredito, incombenza nobile e autoimposta dal Movimento per sostenere i piccoli imprenditori. Nulla di dovuto legalmente, sia chiaro, perché gli stipendi sono i loro, ma un'iniziativa cardine del M5s, sbandierata ai quattro venti e per la quale probabilmente molti sono stati anche eletti.

Ebbene, almeno 14 di loro avrebbero pubblicato sul sito tirendiconto.it bonifici falsi, o magari veri ma poi annullati. Comunque soldi mai arrivati al fondo.

Ieri in un nuovo servizio del programma di Italia 1 sono stati rivelati i nomi delle "gole profonde" che hanno fatto partire tutta la vicenda: nessun Caimano o servizi segreti, come suggerito dai senatori Vito Petrocelli e Mario Giarrusso. Si è trattato degli ex senatori Lorenzo Battista e Fabrizio Bocchino, espulsi quattro anni prima.

Il caso della Sarti è uno dei più delicati, perché la parlamentare ha denunciato il suo ex compagno e collaboratore Andrea Bogdan Tibusche di averle sottratto indebitamente 12mila euro. Per di più di averlo fatto perché "consigliata" dai capi della Comunicazione dei 5 Stelle, Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi per "salvarsi la faccia". Circostanza, questa, smentita a più riprese alla Iena Filippo Roma dall'ex gieffino.

Tibusche, dal canto suo, ha raccontato ai magistrati e alle Iene come sarebbero stati spesi i soldi non restituiti dalla Sarti: 18mila euro in cinque anni per l'affitto della casa di Salerno, 7mila euro li avrebbe prestati al padre per la ristrutturazione della casa e l'acquisto di un'auto, 4.200 per la campagna elettorale.

Fin qui tutto ok, più o meno. Ma la vicenda si fa ulteriormente torbida per uno dei messaggi inviati da Bogdan alla Sarti e riportati dalle Iene, in cui lui fa riferimento a 4mila euro "che abbiamo speso per i videocontrolli di Dedo e Luca". E in un'altra conversazione, questa volta con un amico, parla di telecamere messe nella stanza da letto della Sarti per girare video hard.

Accuse pesanti e tutte da verificare sebbene - ribadiamo - al di là degli accordi presi con gli elettori quei soldi erano della Sarti e nella sua vita privata poteva farne ciò che voleva. Ma quei videocontrolli, si chiedono Le Iene, cosa sono? "L'onorevole è vittima di una brutta storia di video privati finiti in mani sbagliate? Dedo e Luca chi sono? E sapevano di essere video controllati? E i video controlli sono compatibili con il ruolo di una presidente della Commissione Giustizia?". O, ancora, Bogdan è solo uno spaccone che millanta storie?

Lui intanto non si placa. "Non vedo l'ora di arrivare al processo. Ci saranno cose da spiegare che nessuno sa". E sui social: "Preparate i popcorn".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata