Era attesissimo in tanti Comuni della costa e dell'interno, lo aspettavano, aziende, produttori, allevatori, agricoltori, albergatori, associazioni di categoria, ma un improvviso problema familiare lo ha costretto a rinviare il tour.

Conosciutissimo per la sua simpatia e per i suoi modi gentili, richiestissimo nei salotti politici di tutte le tv per il garbo e la chiarezza dei contenuti, il Ministro delle politiche agricole con delega al turismo Gian Marco Centinaio sarà di nuovo in Sardegna a metà febbraio per girare in lungo ed in largo e portare al Ministero le istanze dei territori.

Appena maggiorenne è già iscritto alla Lega Nord, tifoso del Parma, si laurea in Scienze politiche, indirizzo economico territoriale, e inizia prestissimo l'impegno politico come consigliere comunale nella sua città di nascita, Pavia.

Poi è un susseguirsi di successi fino alla nomina a Ministro, come esponente di punta della Lega di Matteo Salvini, nel Governo presieduto da Giuseppe Conte.

Lo abbiamo sentito in merito ai progetti futuri, alle prossime elezioni regionali, in cui sostiene il candidato Presidente della Regione per la coalizione di centro destra, civica e sardista Christian Solinas e alle impressioni sui primi mesi del nuovo Governo.

Una lunga esperienza come amministratore locale nella sua Pavia, poi senatore e oggi Ministro grazie all'exploit della nuova Lega di Matteo Salvini. Se lo aspettava?

"Sinceramente no. Se qualcuno nel 2009, quando ancora facevo il consigliere comunale, mi avesse detto che dopo qualche mese avrei fatto il vicesindaco, dopo qualche anno il capogruppo della Lega al Senato e ancora più avanti nel tempo il Ministro, gli avrei detto di cambiare spacciatore perché la droga fa male. Sono sempre stato un politico tra la gente che lavora sul territorio e quindi pensavo che il mio ruolo istituzionale sarebbe stato legato semplicemente alla mia città. Invece poi è arrivata la svolta grazie al consenso dei miei concittadini e delle persone che, evidentemente, hanno apprezzato il mio impegno a favore della città ed i risultati raggiunti a livello locale in anni di amministrazione sempre al servizio della comunità".

Una delega di grande importanza, agricoltura e turismo, settori in cui l'Italia può dare lezioni al mondo. Che progetti vuole portare avanti in questi 5 anni di Governo?

"Sicuramente progetti di valorizzazione delle eccellenze del nostro Paese, di abbinamento dell'agroalimentare alla promozione del Sistema Italia che rappresenta una straordinaria realtà a livello mondiale per il turismo e per i prodotti della filiera agropastorale e vitivinicola.

La nostra bellissima Nazione possiede 8.000 chilometri di coste, i siti Unesco più importanti al mondo, le città d'arte che tutti ci invidiano, paesaggi stupendi che destano meraviglia nei visitatori di qualsiasi provenienza.

Se a tutto questo patrimonio straordinario abbiniamo il fatto che da Bolzano a Lampedusa, passando per Sassari, Nuoro, Oristano e Cagliari, abbiamo una varietà di prodotti enogastronomici che affascinano i palati più diversi, capiamo anche il motivo per cui i turisti vengono nel nostro Paese. Oggi come oggi la promozione di tutto quello che la Natura e la Storia ci hanno voluto consegnare diventa fondamentale. E ad una campagna promo pubblicitaria internazionale vogliamo aggiungere, sicuramente, la battaglia sulle etichette.

Significa lavorare per raggiungere un modello di etichettatura che rispetti la qualità ed il valore dei prodotti e che permetta ai consumatori di poter scegliere in assoluta tranquillità, in modo che sia salvaguardata la tutela di quelle che sono le eccellenze dell'agricoltura tradizionale".

La promozione dei prodotti nazionali e delle eccellenze regionali è una delle battaglie storiche di Matteo Salvini. Cosa si può fare per l'agricoltura sarda?

"Certamente penso che sia fondamentale ragionare sui progetti di filiera perché oggi più si fa squadra più si ottengono i risultati.

La filiera non può servire solo alla grande distribuzione o alle aziende trasformatrici, ma deve aiutare chi produce.

Mi riferisco in particolare al mondo della pesca, dell'agricoltura, dell'allevamento, della pastorizia e agli altri comparti in cui l'Isola eccelle.

E' importante la creazione di filiere dove tutti svolgono il proprio ruolo.

E di conseguenza chi si impegna in questo disegno complessivo di rete deve avere un riscontro economico, per poter produrre nel migliore dei modi prodotti di qualità.

Quindi massima priorità per i progetti di filiera, per la tutela del mondo produttivo e della fauna selvatica e per la promozione del turismo.

La Sardegna non è solo la zona costiera, cioè mare, sole e spiagge incantevoli da giugno a settembre, ma è anche bassa stagione con le sue straordinarie ricchezze e quindi destagionalizzazione dei flussi turistici".

Oltre alla Cina che Nazioni intende coinvolgere per promuovere nuove sinergie internazionali?

"Lavoriamo su svariati fronti.

Intanto tra le priorità ci sono i Paesi dell'Unione Europea che è certamente il mercato di riferimento.

Poi la Cina, come ha giustamente ricordato lei, dove l'Italia sta crescendo vertiginosamente nell'ultimo periodo, anche se siamo lontani anni luce dai competitors storici come Francia e Germania.

Infine gli Stati Uniti realtà che già mostra un'ottima conoscenza dei prodotti italiani tanto da riuscire a promuoverli con maggiore facilità".

Tasse e balzelli aggiuntivi spesso sono un freno allo sviluppo ed in particolare nel settore turistico. Intende modificare l'art. 4 del Decreto legislativo 23 del 2011 che consente ai Comuni di istituire l'imposta di soggiorno?

"Ho iniziato questo dibattito con le Regioni e vorrei continuarlo con l'ANCI.

La mia idea è che non si può pensare di essere "turistirepellenti" istituendo tasse su tasse, da quella di soggiorno a quella di ingresso.

Sembra di essere tornati al Medioevo.

Potrei ricordare, per fare un esempio comico, il celebre lavoro cinematografico di Benigni e Troisi "Non ci resta che piangere" nel quale si vedeva che per entrare e uscire dalla città del film bisognava pagare un fiorino.

Quindi se vogliamo indirizzare nuovi flussi turistici verso il nostro Paese dobbiamo attivare servizi che, ovviamente, comportano dei costi.

Se, eventualmente, questi balzelli vengono utilizzati per coprire le spese necessarie all'attivazione dei servizi e pagare la promozione, mi può star bene.

Pertanto bisogna trasformarli in tasse di scopo con finalità precise e orientate a migliorare in modo determinante e visibile l'offerta turistica.

In conclusione le tasse di soggiorno e simili non devono andare a ripianare i debiti di quei Comuni che gli amministratori locali non sono in grado di governare".

La Sardegna è conosciuta nel Mondo in particolare per la Costa Smeralda che in 60 anni si è costruita un'immagine di paradiso del turismo che attira visitatori da tutti i Continenti. Cosa può fare il Ministero per aiutare l'Isola ad esportare tutte le altre straordinarie ricchezze che possiede?

"Continuo a essere dell'idea che la Sardegna è anche altro e molto altro, non solo Costa Smeralda.

Ci sono tantissime altre zone della Sardegna che hanno un mare stupendo, visto di persona, così come territori dell'interno che possono dire molto da un punto di vista turistico-culturale, pensiamo solo alla straordinaria potenzialità della civiltà nuragica, meraviglia unica al mondo da proporre a quel turismo affamato di cultura.

L'obiettivo del Ministero è quello di iniziare a promuovere l'altra Italia, quella meno conosciuta e ancora poco presente, se non assente, dai cataloghi dei tour operator, quella che i turisti stanno iniziando a cercare. Per fare questo c'è bisogno di un rapporto di collaborazione tra il Ministero del Turismo, la Regione, i Comuni ed i privati.

Ci vuole buona volontà, nessuno deve pensare di essere più bravo degli altri perché da soli non si va da nessuna parte.

Insieme, invece, si ottengono i risultati".

In pochi mesi tanti provvedimenti varati dal Governo Conte. Un suo personale bilancio di questa primissima fase di attività.

"Io penso che il Governo Conte, con il contratto di governo che nelle prime settimane era stato visto come una cosa anomala della politica, stia dando quelle risposte che i cittadini vogliono e soprattutto stia iniziando a far capire ai cittadini che la politica può fare.

Stiamo cominciando a mettere in pratica la politica dei fatti concreti e non delle parole.

Noi abbiamo promesso che avremo raggiunto dei risultati.

Poco per volta li stiamo ottenendo.

Mi dispiace per quelle forze politiche che sono fuori dalla compagine di Governo, ma, ahimè, queste sono le scelte della politica.

Confido che questo Governo possa andare avanti per molto tempo e possa ottenere quei risultati che abbiamo promesso e che la gente si aspetta".

Purtroppo per problemi personali ha dovuto annullare il suo tour in Sardegna dove la aspettavano operatori, aziende ed esponenti dei comparti produttivi. Tornerà presto in Sardegna? E cosa porta a Roma di questo suo primo impegno nell'Isola nella veste di Ministro?

"Tornerò prestissimo.

Penso di essere in Sardegna dal 15 al 17 febbraio anche perchè non mi piace tirare bidoni, ma purtroppo ciò che è successo a livello personale mi ha costretto a rientrare a Pavia e stare vicino alla mia famiglia.

L'obiettivo è quello di tornare presto, ascoltare e dare risposte.

La recente giornata a Cagliari mi ha permesso di cominciare ad ascoltare alcune problematiche che per la Sardegna sono fondamentali.

Prima fra tutte la continuità territoriale che dev'essere non solo delle persone ma anche dei beni, con l'impegno a far si che i nostri produttori non spendano cifre improponibili solo per trasportare le merci dalla Sardegna al resto dell'Italia e peggio ancora all'estero.

Inoltre ritengo prioritario iniziare a far partire i progetti di filiera, penso in particolare al latte ovino e al grano sui quali abbiamo ragionato proprio nel corso del primo incontro a Cagliari".

Trasporti e turismo sono strettamente connessi. Per esempio domenica scorsa la Sardegna era isolata da Milano e per un sardo o un non residente era impossibile arrivare

nell'Isola. Cosa fare?

"Oggi come oggi non posso pensare che la Sardegna abbia dei collegamenti pari alla più piccola Isola del Mediterraneo. Se parliamo di continuità territoriale, di sviluppo del turismo, di destagionalizzare, di trasporto delle merci, dobbiamo rivedere tutto il sistema aeronavale che collega la Sardegna con il resto d'Italia e con l'Europa".

La Lega appoggia Christian Solinas, che è anche suo collega al Senato, come candidato Presidente della coalizione di centro destra, civica e sardista. Con Solinas a Villa Devoto cosa si aspetta per la Sardegna, visto che questo tipo di alleanza governa da anni e con soddisfazione dei cittadini le Regioni Lombardia e Veneto?

"Christian, oltre che essere un collega, è anche un amico, una persona seria, un politico che ha dimostrato di saper fare, di saper lavorare, si è rimboccato le maniche in modo molto collaborativo e fattivo ed è benvoluto da tutto il gruppo della Lega in Senato. Per il suo carattere e per il suo modo di fare sono certo che si riusciranno ad ottenere risultati non indifferenti.

In più posso dire che è una persona che sa ascoltare, che medita molto sulle tematiche che gli vengono proposte ed è sempre molto positivo e propositivo.

Per questo e per tanti altri pregi mi piacerebbe averlo come Presidente della Regione Sardegna perchè entrerebbe in quel circuito virtuoso di Presidenti di Regione vicini alla Lega, o comunque in area Lega, con i quali si intrattengono ottimi rapporti di collaborazione e si realizzano progetti concreti per la gente finalizzati a migliorare la vita quotidiana dei cittadini e il futuro della società in generale".

Lei era uno dei volti più noti e più amati dalla gente nei talk show politici in tv. Come concilia gli impegni istituzionali con la vita privata e con la militanza nella Lega?

Purtroppo il ruolo di Ministro mi ha fatto diminuire sensibilmente le apparizioni televisive soprattutto in quei programmi dove si fa la politica "urlata".

Da quando ho assunto la delega devo partecipare a trasmissioni totalmente diverse rispetto al passato.

E' molto difficile riuscire a conciliare tutto, contrariamente a quello che si potrebbe pensare.

Bisogna fare sacrifici non indifferenti, rinunciare a buona parte della vita privata, alle gioie della famiglia, alla meravigliosa quotidianità del rapporto con i figli.

Il mio, ahimè, vede il papà in televisione, più che dal vivo, in casa.

Quello è!!!

Del resto, come dico spesso, non è il medico che mi ha ordinato di fare politica o di ricoprire il ruolo di Ministro.

C'è passione, c'è voglia di fare, c'è la volontà di consegnare ai nostri figli un'Italia diversa, una Nazione come ce l'hanno lasciata in eredità i nostri nonni.

Poi, purtroppo, qualcuno l'ha rovinata negli ultimi anni facendo le solite promesse da Pulcinella.

Io sono convinto che, alla lunga, questi sacrifici verranno ripagati con la soddisfazione delle prossime generazioni che forse ci riconosceranno il merito di aver avuto un'opportunità e di non essersela lasciata sfuggire".

L.P.
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