"Per accusare la Società italiana sementi di voler instaurare un monopolio sui semi e sul cibo ci vuole molta fantasia o forse tanta malafede". Risponde così il presidente della Sis e vicepresidente nazionale di Coldiretti, Mauro Tonello, agli attacchi del Consorzio sardo grano Cappelli, che ha accusato la società sementiera di aver sottratto alla Sardegna l'opera fatta sull'antico grano.

Laura Accalai, presidente del Consorzio, aveva detto: "Ci sentiamo scippati di un lavoro trentennale".

Non si placa dunque la polemica sull'antica varietà del grano del senatore Cappelli, anzi si infiamma alla vigilia dell'incontro in agenda oggi, nella sede Coldiretti di Sanluri, fra lo stesso Tonello e il Consorzio.

IL BANDO - È stato un bando nazionale ad assegnare la certificazione del Cappelli per i prossimi 15 anni alla Sis. Certificazione finora detenuta dal Consorzio sardo grano Cappelli, con sede nella ditta Select di Tuili, che negli ultimi 20 anni ha fatto crescere la produzione certificata della varietà sementiera nell'isola da 50 a 8000 quintali. Accalai ha ribadito che questa novità "per il Consorzio rimane lo scippo di una conquista fatta con duro lavoro".

Tonello ieri ha risposto a questi attacchi: "Per comprendere quanto è assurda l'accusa di monopolio basta ricordare che la Società italiana sementi è di proprietà dei Consorzi agrari d'Italia, quindi degli agricoltori italiani. Non è né un gruppo privato, né una società solo emiliana, ma opera a fianco degli agricoltori in tutta Italia e già quest'anno il Cappelli è stato seminato dal Friuli alla Sicilia".

Per il presidente della Sis, con queste polemiche "viene messa sotto accusa una delle poche operazioni di democrazia alimentare che coinvolge agricoltori e altri operatori della filiera, fino al consumatore". Ha anche aggiunto: "Non abbiamo fatto nessuno scippo ma solo partecipato a un bando pubblico europeo".

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