L'8 dicembre il boia federale entrerà di nuovo in azione negli Stati Uniti per eseguire la pena capitale nei confronti di una donna. Non accadeva da 60 anni.

Sarà Lisa Montgomery a essere uccisa con un'iniezione letale nel penitenziario federale di Terre Haute, in Indiana: è stata condannata nel 2004 per aver strangolato una donna di 29 anni incinta. Dopo averle tagliato il ventre aveva rapito la bimba di otto mesi non ancora nata e che oggi ha 16 anni. Poi toccherà a Brandon Bernard, 40enne che nel 1999 in Texas ha ammazzato due giovani religiose.

Tantissimi sono stati gli appelli in queste settimane da parte dei legali di Montgomery secondo i quali la decisione del ministro è "una grave ingiustizia": la donna ha sempre sofferto di gravi disturbi mentali, avendo vissuto un'infanzia e un'adolescenza piene di violenze e di abusi, e più volte è stata stuprata dal compagno della madre ed è stata anche abusata anche dai due mariti.

Ed era inoltre dipendente dall'alcol.

Per trovare una donna vittima del boia federale negli Usa bisogna tornare al 1953, quando furono in due ad essere giustiziate. Una era Ethel Rosenberg, protagonista di una delle vicende più oscure e controverse degli anni della guerra fredda. Insieme al marito era stata condannata alla sedia elettrica con l'accusa di spionaggio, per aver passato all'Unione Sovietica informazioni segrete sulla bomba atomica. Suo fratello infatti lavorava al famoso "Progetto Manhattan" a Los Alamos, in New Mexico.

L'altra detenuta giustiziata nel 1953 è stata Bonny Heady, condannata alla camera a gas per aver ucciso un bimbo di 6 anni.

E l'unica altra donna della storia americana mandata a morte per ordine del governo federale è stata nel 1865 Mary Suratt, proprietaria di una pensione, impiccata con l'accusa di aver preso parte a una congiura per assassinare il presidente Abraham Lincoln.

Invece nelle prigioni statali sono 16 le donne giustiziate dal 1976.

(Unioneonline/s.s.)
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