Spagna al voto per la quarta volta in quattro anni, alla ricerca di una maggioranza stabile che governi il Paese.

Da una parte i socialisti di Sanchez, dall'altra i popolari di Casado, terzo incomodo l'ultradestra di Vox, guidata da Santiago Abiscal, che punta ad affermarsi come terza forza politica del Paese.

Sullo sfondo la crisi catalana, con manifestazioni che si sono tenute anche ieri a Barcellona, anche se la vera mobilitazione partirà dopo il voto, con tre giornate di protesta annunciate a partire dall'11 novembre..

Sono 37 milioni i cittadini chiamati al voto per superare l'impasse che ha impedito la formazione di un governo dopo le elezioni dello scorso 28 aprile.

Sanchez ci riprova, chiede un mandato chiaro per governare. E i socialisti secondo i sondaggi sono la prima forza, ma senza una maggioranza solida in Parlamento. Alle spalle dovrebbero esserci i popolari, poi l'estrema destra populista di Vox, data in grande screscita: potrebbe addirittura raddoppiare i 24 deputarti entrati per la prima volta in Parlamento lo scorso 28 aprile, e secondo alcuni persino raggiungere e superare i 60, un risultato inimmaginabile appena un anno fa.

Il leader dei popolari Pablo Casado, dopo i minimi storici raggiunti dal partito nel voto di aprile, spera. I sondaggi lo danno in crescita, e anche se otterrà meno voti rispetto a Sanchez, punta sulla maggiore capacità di ottenere appoggio e sostegno dagli altri partiti rispetto ai socialisti.

(Unioneonline/L)
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