I Vescovi australiani scendono in campo per difendere i social - perché l'inclusione digitale è "un diritto umano", spiegano - e, al tempo stesso, stilano i "nuovi comandamenti" perché l'uso di questa tecnologica forma di espressione sia quanto più corretto e consapevole.

Primo fra tutti: "Posta sugli account altrui ciò che vorresti che gli altri postassero sui tuoi".

Nel dettaglio, l'episcopato dell'Australia ha pubblicato un corposo documento ("Making it real Genuine human encounter in our digital world" di cui riferisce il Sir) che riflette sulle relazioni umane nell'era dei social. Scrivono i vescovi australiani che siccome "i servizi essenziali si spostano sempre più on line, l'inclusione digitale diventa indispensabile per la più essenziale partecipazione sociale, al punto che dovrebbe essere considerata un diritto umano". A loro modo di vedere è possibile portare avanti "incontri autentici" tra le persone nel mondo digitale. Anzi, spiegano, "l'esclusione digitale non è una questione meramente tecnica, ma anche morale e sociale. Perché la domanda fondamentale è se scegliamo di utilizzare la tecnologia digitale per rendere senza volto, senza nome e senz'anima gli esseri umani dall'altra parte dei nostri dispositivi o se scegliamo di incontrare autenticamente e rispettare la loro umanità e la nostra".

(Unioneonline/v.l.)
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