Orari flessibili, più mezzi di trasporto e più controlli per evitare assembramenti, anche con l'aiuto di volontari. La Sardegna mette a punto il piano per riaprire tutte le scuole dopo le feste.

Secondo quanto apprende l'Ansa però, il ritorno in classe potrebbe essere posticipato al 15 gennaio, sempre nel rispetto del 50% degli studenti in presenza. In questo modo la Regione avrebbe una settimana in più per verificare la messa a punto di tutte le misure anti contagio studiate in vista della ripartenza. E il periodo dal 7 al 15 verrebbe quindi considerato come "filtro".

La decisione finale è attesa domani: in programma una conferenza inter-assessoriale cui parteciperanno il governatore Christian Solinas e i responsabili di Pubblica istruzione (Andrea Biancareddu), Sanità (Mario Nieddu) e Trasporti (Giorgio Todde). Si farà il punto sui dati epidemiologici e sul servizio dei trasporti scolastici.

LE ALTRE REGIONI - Anche se il governo vuole riaprire tutte le scuole, le Regioni vanno in ordine sparso e alcune hanno già annunciato che fino a fine gennaio gli istituti superiori rimarranno con la didattica a distanza.

Tra queste le Marche: qui la didattica a distanza proseguirà al 100% per le scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, fino al 31 gennaio. Il presidente Francesco Acquaroli emanerà domani un'ordinanza che formalizza la decisione, "assunta allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus e garantire il più possibile la salute e la sicurezza dei cittadini e la tenuta delle strutture ospedaliere".

Vanno in quella direzione anche Friuli e Veneto. "La scuola - dice Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) - deve rappresentare una priorità, ma la si tutela se si comincia e si finisce l'anno scolastico in presenza, non se si fanno 'stop and go' continui".

"Non mi sorprende che il ministro Azzolina si batta per la riapertura - dice il governatore del Veneto Luca Zaia - ma in questo momento non è prudente. La situazione sta degenerando e bisogna rispondere con misure ad hoc". Per Giovanni Toti (Liguria) "sarebbe insensato mandare a scuola i nostri ragazzi giovedì e venerdì per poi chiudere di nuovo lunedì nel caso dovessimo avere di nuovo parametri negativi".

Chi sicuramente partirà il 7 gennaio è la Toscana: "Saremo minoritari ma siamo convinti che il rapporto con gli insegnanti e tra studenti sia essenziale, quindi, anche complice il fatto che con i dati ce lo possiamo permettere, in Toscana il 7 gennaio si riparte con le scuole secondarie superiori", annunciano il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l'assessore all'Istruzione Alessandra Nardini. Anche in Sicilia la scuola si prepara per la riapertura il 7 o l'8 gennaio mentre in Campania le scuole riapriranno i battenti lunedì 11 gennaio, ma torneranno in classe solo gli alunni della scuola dell'infanzia e delle prime due classi della scuola primaria, esattamente com'era prima della chiusura per la pausa natalizia.

L'ISS - Intanto dall'Istituto superiore di sanità arrivano una serie di dati dai quali emerge che il sistema scolastico non è fra i principali contesti di trasmissione del virus: nel periodo 31 agosto-27 dicembre sono stati rilevati 3.173 focolai in ambito scolastico, pari al 2% del totale dei focolai a livello nazionale. Il tasso di ospedalizzazione nella popolazione in età scolare è stato dello 0,7% a fronte dell'8,3% nel resto della popolazione.

(Unioneonline/D)
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