Sono diverse le persone, tra i vicini di casa, che avevano avvisato la polizia che in quell'appartamento di lusso nel cuore di Milano succedeva qualcosa di anomalo. In realtà si trattava del disturbo dovuto alla musica eccessivamente alta in orari notturni, circostanza che anche l'étoile della Scala, Roberto Bolle, aveva segnalato una prima volta spiegando di non riuscire a prendere sonno, ed era il luglio del 2019.

Episodi che si ripetevano e che anche il 18 ottobre si sono registrati di nuovo. Ma quella sera in quell'attico di piazza Santa Maria Beltrade di proprietà di Alberto Genovese è successo qualcos'altro: una 18enne, secondo le accuse, è stata drogata e stuprata. Gli agenti si sono effettivamente presentati alla porta in alcune occasioni e l'indagato, il milionario fondatore di Facile.it (che però dal 2014 non ha più alcun ruolo nell'azienda), seppur infastidito aveva abbassato il volume.

Roberto Bolle (Archivio L'Unione Sarda)
Roberto Bolle (Archivio L'Unione Sarda)
Roberto Bolle (Archivio L'Unione Sarda)

Un mese dopo è scattato però l'arresto. Sempre Bolle aveva chiamato la polizia ma all'arrivo della pattuglia la musica era stata spenta, la festa era finita. Nulla da fare insomma. Eppure di lì a poco per la giovane vittima sarebbe iniziato l'inferno. Le avrebbero fatto assumere stupefacenti per poi torturarla e infine stuprarla. Non solo Genovese, anche altre persone su cui ora si concentrano gli inquirenti.

(Unioneonline/s.s.)
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