"Gli italiani per l'emergenza sanitaria sono in uno stato che ricorda gli arresti domiciliari. Non ne usciamo con un paternalismo populista o una visione priva di politica".

Dura replica del leader di Italia Viva Matteo Renzi all'informativa del premier Giuseppe Conte in Senato.

"Nessuno le ha chiesto di riaprire tutto, abbiamo chiesto riaperture con gradualità e proporzionalità" perché "c'è una nuova divisione più profonda, tra garantiti e non garantiti. La richiamiamo ad avere uno sguardo più ampio sul futuro economico".

"Il coronavirus - ha proseguito - è una bestia terribile che ha fatto 30mila morti nel modo più vigliacco ma noi non siamo dalla parte del coronavirus quando diciamo di riaprire, onoriamo quei morti. La gente di Bergamo e Brescia che non c'è più, se potesse parlare, ci direbbe di riaprire".

"Sia più prudente quando parla agli italiani - ha continuato l'ex premier -: lei ha detto 11 volte 'noi consentiamo'. Un presidente del Consiglio non consente, perché le libertà costituzionali vengono prima di lei. Lei non le consente, le riconosce. Io ho negato a Salvini i pieni poteri: non l'ho fatto per darli ad altri".

In conclusione, l'ultimatum: "Glielo diciamo in faccia: siamo a un bivio. C'è una ricostruzione da fare che è devastante e richiederà visione e scelte coraggiose. Dia un occhio in più ai dati dell'Istat o noi non saremo al suo fianco. Se sceglierà la strada del populismo non avrà al suo fianco Italia Viva".

SALVINI: "ITALIANI TRATTATI COME BAMBINI" - Anche il leader della Lega risponde al presidente del Consiglio chiedendo nuove riaperture.

"Siete riusciti a far indispettire in pochi giorni vescovi, baristi, negozianti, vuol dire che avete sbagliato qualcosa - l'attacco del leghista -. Qualcuno sta trattando gli italiani come bambini dell'asilo che vanno accuditi. Gli italiani sono stati rispettosi, ricchi di dignità e generosità. Ma restituiamo questa generosità: dite poche cose e quelle facciamo. Gli italiani non sanno chi può aprire, chi no. Lei non è pagato per elencare quello che non va, ma per risolvere quello che non va".

Per questo "rimarremo in Aula sino a che non si daranno risposte concrete agli italiani: basta chiacchiere, basta parole ".

(Unioneonline/D)

L'INTERVENTO DI SALVINI:

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