È polemica sulla nuova circolare del Ministero dell'Interno, che chiarisce come siano possibili le passeggiate genitore-figli in prossimità delle abitazioni.

Durissima, in particolare, la reazione della Regione Lombardia, con l'assessore al Welfare Giulio Gallera che questa mattina è tornato sul tema, ai microfoni delle radio, specificando di essere già al lavoro, come Lombardia, per "emanare ordinanze che la vanifichino".

A fargli eco il sindaco di Bari e presidente dell'Anci Antonio Decaro. "Rischiamo di trovare persone per strada in un momento in cui stiamo cercando di contenere il più possibile perché ci siamo accorti che contenendo, con le restrizioni, stiamo appiattendo quella curva che non sta per fortuna raggiungendo il picco", ha aspiegato in una diretta Facebook. "In questo momento in cui avevamo convinto tutti a stare a casa, avevamo dato una stretta anche sui runner - dice -, dare la possibilità ai genitori di poter accompagnare i figli e le persone più anziane fuori casa significa avere un altro allentamento. Non sarà facile convincere le persone a uscire solo se c'è davvero bisogno".

Nel frattempo, però, una nota del Viminale ha precisato come ''le regole sugli spostamenti non cambiano. La circolare del ministero dell'Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute''.

"Si può uscire dalla propria abitazione - prosegue la nota - esclusivamente nelle ipotesi già previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri: per lavoro, per motivi di assoluta urgenza o di necessità e per motivi di salute. Per quanto riguarda l'attività motoria è stato chiarito che, fermo restando le limitazioni indicate, è consentito camminare solo nei pressi della propria abitazione. La circolare ha ribadito che non è consentito in ogni caso svolgere attività ludica e ricreativa all'aperto e che continua ad essere vietato l'accesso ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. La medesima circolare ha ricordato infine che in ogni caso tutti gli spostamenti sono soggetti a un divieto generale di assembramento e quindi all'obbligo di rispettare la distanza minima di sicurezza. Le regole e i divieti sugli spostamenti delle persone fisiche, dunque, rimangono le stesse''.

"Se qualcuno pensa che un figlio di 15 o 16 anni, un minore, possa avere una scusa per uscire di casa non ha capito niente - ha ancora specificato il viceministro Crimi -: qui stiamo parlando di cosa è necessità e cosa no". "Un bambino piccolo di un anno o due o tre anni è necessario ogni tanto farlo uscire per fargli capire che c'e' un mondo fuori" dice Crimi, precisando che la circolare non fa riferimento all'età dei bambini. "C'è scritto bene che è una necessità e il genitore deve interpretarla, motivarla" come per

ogni autocertificazione. Poi starà all'agente "accertare la situazione" anche in situazioni di necessità diverse. Tuttavia "è chiaro che per un bambino di due anni che vive in un appartamento di 40 metri quadri, dopo due settimane di isolamento, forse c'è una necessità di farlo uscire ancora più importante di portare fuori il cane".

(Unioneonline/v.l.)
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