E' "drammatica" in Provincia di Bergamo la situazione delle Rsa e dei centri diurni che "in soli venti giorni hanno visto oltre 600 decessi su 6.400 posti letto".

Lo hanno messo nero su bianco i responsabili delle strutture in una lettera di richiesta di sostegno indirizzata all'Ats e alla Regione.

"Mentre scriviamo la situazione continua ad evolvere in peggio. Siamo in ginocchio anche sul versante operativo perché quasi duemila dei cinquemila operatori risultano assenti per malattia, quarantena o isolamento".

Sono numeri che probabilmente non rientrano nei dati "ufficiali", come dice anche il sindaco Giorgio Gori, ma che hanno portato allo stremo anche le imprese di pompe funebri che minacciano di fermarsi a partire da lunedì.

"Nelle condizioni attuali, chi entra ed esce quotidianamente dalle strutture sanitarie e dalle abitazioni dei parenti dei defunti, diventa infatti non solo una facile preda, ma anche un veicolo perfetto per la diffusione del virus Covid-19", dice il presidente dell'associazione di categoria Lia, Antonio Ricciardi.

Immediato l'appello "perché lunedì non vengano interrotti questi servizi, fondamentali in questo periodo" da parte del Comune di Bergamo che sta tentando in ogni modo di evitare il collasso dei servizi e ha snellito le pratiche burocratiche per la sepoltura.

(Unioneonline/D)
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