"La cittadinanza a Rami? Sì e un po' come fosse mio figlio, poi devo far rispettare le leggi ma in atti di particolare impegno civile le cose si possono fare, se ci sono cavilli da superare lo faccio".

Sono le parole del ministro dell'Interno Matteo Salvini nella registrazione del "Maurizio Costanzo show" a proposito del ragazzino che ha dato l'allarme ai carabinieri dal bus sequestrato a San Donato Milanese. Una dichiarazione che pone, dunque, la parola fine alla polemica che era divampata nelle scorse ore sulla possibilità o meno di concedere la cittadinanza onoraria al giovane eroe milanese.

Sulla questione è intervenuto, in mattinata, anche il ministro della Giustizia, Alfondo Bonafede.

"Credo sia necessario - ha spiegato Bonafede intervenendo alla trasmissione Circo Massimo su Radio Capital - dare un riconoscimento a un bambino che ha dimostrato di essere forte e capace di evitare una tragedia. Il ministro dell'Interno fa le sue valutazioni, ma è giusto di fronte a un caso come questo, per meriti eccezionali, dare la cittadinanza a Rami".

Bonafede ha inoltre precisato che lo ius soli "non ha nulla a che fare con questa vicenda e con il riconoscimento di una cittadinanza per meriti. È un argomento separato". "Non è in contratto di governo - ha quindi aggiunto - ma il M5s anche prima di essere al governo aveva ribadito che lo ius soli andava inserito nell'agenda europea per evitare diverse regole".

"Mi fa sorridere - la conclusione - chi parla dello ius soli e quando era al governo non ha approvato la legge".

(Unioneonline/v.l.)
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