Alta tensione tra Roma e Parigi.

La Francia ha annunciato di aver richiamato l'ambasciatore in Italia, Christian Masset "per consultazioni".

In una nota la portavoce del ministero degli Esteri d'Oltralpe ha sapere di aver preso la decisione, dopo che "per vari mesi la Francia è stata soggetta ad attacchi infondati e senza precedenza, dichiarazioni oltraggiose" dei leader italiani.

"Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione aggiuntiva e inaccettabile, violano il rispetto dovuto all'elezione democratica fatta da un popolo amichevole e alleato e il rispetto che i governi democratici e liberamente eletti si devono reciprocamente", si legge ancora nel documento.

"La Francia e l'Italia sono unite da una storia comune - esordisce la dichiarazione della portavoce del Quai d'Orsay - condividono un destino. Hanno costruito insieme l'Europa e hanno operato per la pace. La Francia è profondamente legata a questa relazione d'amicizia che alimenta cooperazioni in tutti i settori e una vicinanza tra i nostri popoli. L'amicizia franco-italiana è più che mai indispensabile per accettare le sfide che sono le nostre nel XXI secolo".

Sono numerosi i fronti di scontro aperti negli ultimi mesi tra Roma e Parigi: dalla gestione delle frontiere e dell'immigrazione alla crisi in Libia, dalla polemica 5 Stelle sull'utilizzo del franco Fca in alcuni Paesi africani ex colonie francesi fino all'estradizione dell'ex terrorista Cesare Battisti.

Ma scatenare la furia francese è stato l'incontro di Di Maio e Di Battista con i gilet gialli, e in particolare con Christof Chalencon, uno dei leader più oltranzisti del movimento. Uno che, per intenderci, ha evocato una guerra civile "inevitabile" e lanciato l'idea di un "governo di transizione per sentire e ascoltare il popolo". Aggiungendo un sinistro appello "Oggi spetta ai militari entrare in gioco per consentire l'insediamento di questo governo".

Era dal 1940 che la Francia non richiamava il proprio ambasciatore a Roma. Allora a tornarsene a Parigi fu André Francois Ponchet, in mano aveva la dichiarazione di guerra di Mussolini ai francesi.

LE REAZIONI - "Il mio incontro come capo politico M5S con esponenti dei gilet gialli è pienamente legittimo", scrive Di Maio su Facebook, rivendicando "il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese".

"Non vogliamo litigare con nessuno, siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani. Sono disponibilissimo a incontrare Macron e affrontare tre questioni fondamentali per le mie competenze: stop respingimenti alle frontiere, stop con terroristi italiani che fanno la bella vita in Francia, e basta vessare i lavoratori pendolari italiani che ogni giorno sono vessati alle frontiere da controlli che durano ore", rilancia Matteo Salvini.

Giuseppe Conte, che alcuni danno per letteralmente "infuriato" per le fughe in avanti dei due leader dei partiti della coalizione, sottolinea che "il rapporto tra i due Paesi ha una radice antica di ordine culturale ed economico e non può essere messo in discussione".

Anche Moavero punta sull'"amicizia profonda" tra i due Paesi, che questo scontro "non intaccherà".

E sulla vicenda interviene anche il Capo dello Stato: "Va ristabilito immediatamente un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati. Questo passa attraverso la considerazione dei reciproci interessi nazionali e il pieno rispetto delle dinamiche istituzionali di ciascun Paese. C'è grande proccupazione per la situazione, i consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia vanno difesi e preservati".

(Unioneonline/F-L)
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