"Abu Bakr Al Baghdadi è morto" nel corso di un raid Usa in Siria.

Dopo le voci e le indiscrezioni arriva la conferma ufficiale da parte del presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, che ha parlato dalla Casa Bianca, per illustrare i dettagli dell'operazione che ha posto fine ai giorni del "Califfo nero", fondatore dell'Isis.

"È morto - ha spiegato Trump - dopo essere fuggito in un vicolo cieco, piangendo e urlando". Braccato dalle forze speciali Usa, che avevano circondato il compound ultima roccaforte del sedicente Stato Islamico, e ormai senza più via di scampo, Al Baghdadi - ha aggiunto il presidente - "si è fatto saltare in aria con un giubbotto e ha ucciso tre dei suoi figli che erano con lui".

Il raid americano, avvenuto nella provincia di Idlib, è durato circa due ore. I soldati Usa hanno accerchiato il quartier generale del Califfato, uccidendo chiunque opponesse resistenza armata e portando via anche undici bambini che erano presenti nell'edificio.

Poi l'ultima caccia al Califfo, che si è rifugiato in una sorta di bunker assieme a tre dei suoi figli, per non essere preso vivo.

"Era un uomo malato e depravato, violento ed è morto come un codardo, come un cane, correndo e piangendo", ha aggiunto il numero uno di Washington, rivendicando il successo di un'operazione che di fatto, ha sottolineato, sancisce la fine del sedicente Stato islamico.

"Il leader dell'Isis Abu Bakr al Baghdadi è stato in fuga per anni ma sotto la mia direzione abbiamo distrutto il suo Califfato", ha detto ancora Trump, precisando comunque che quella a Daesh è stata una guerra combattuta da diverse nazioni e popoli.

"Questo raid è stato impeccabile ed è stato reso possibile grazie all'aiuto della Russia, Siria, Turchia e Iraq e anche dei curdi siriani", ha concluso Trump, assicurando, agli americani e al mondo: "Continueremo a perseguire i terroristi". Mondo che, ha chiosato il leader Usa, "da oggi è più sicuro".

Secondo fonti curde, inoltre, nel raid sarebbe stato ucciso anche il braccio destro del Califfo, Abu Hassan al-Muhajir, che dell'Isis era anche il "portavoce".

A tradire il leader del gruppo terroristico, dicono inoltre i media Usa, sarebbe stata una delle sue mogli, che avrebbe accettato di collaborare con gli Stati Uniti.

(Unioneonline/l.f.)
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