Approfondimenti Facile vederli, più difficile capire i loro comportamenti. O meglio, decifrarli correttamente. Se da terra avventurarsi nel mondo sconosciuto dei cetacei, di quei corpi possenti che nuotano in superficie, saltano, si lanciano in corse sfrenate (meglio, nuotate veloci) è pressoché impossibile, l'avvistamento in mare aperto e da una barca permette ben altri spettacoli. E loro, i delfini, attori di questa meravigliosa testimonianza della vita del Mediterraneo, non si sottraggono alla nostra curiosità.

Per addentrasi sull'etologia dei delfini a "naso di bottiglia", così chiamati per la caratteristica conformazione del muso, o se si preferisce del Tursiops truncatus, come battezzò questa specie la scienza ufficiale nel 1821, la presenza a bordo di una guida esperta in biologia marina e in particolare dei mammiferi che in mare vivono è fondamentale.

Negli ultimi vent'anni lo studio sui cetacei ha fatto passi da gigante anche nel nostro Paese, anche in Sardegna. Grazie anche all'istituzione del Santuario tra le coste francesi, la Liguria, la Toscana, la Corsia e appunto la Sardegna. Un immenso specchio di mare dove veder sfilare davanti alla prua della barca un piccolo delfino (tursiopi ma anche stenelle, delfini comuni) ma anche possenti grampi, globicefali, capodogli e immense balenottere non è poi così difficile. Incontri ravvicinati che hanno anche spinto diversi imprenditori turistici e subacquei a organizzare vere e propri tour, safari fotografici per catturare con un clic, ma anche semplicemente ammirare, le diverse specie che hanno scelto il Mediterraneo per vivere e riprodursi.

Due delfini tursiope (archivio L'Unione Sarda - A. Piras)
Due delfini tursiope (archivio L'Unione Sarda - A. Piras)
Due delfini tursiope (archivio L'Unione Sarda - A. Piras)

Davanti a Orosei e la costa centro-orientale dell'Isola, facile imbattersi nelle gigantesche balenottere. Così come è più frequente, nel meridione sud-occidentale, l'incontro con i capodogli.

Ma tornando all'etologia e all'incredibile mole di comportamenti dei delfini tursiopi, ecco svelati alcuni dei criteri con cui i biologi hanno tradotto e classificato nuotate, salti e spanciate che questi incredibili animali fanno in superficie.

Il viaggio può cominciare. Eccolo, il dorso che fende l'acqua. Eccola la pinna che spezza lo specchio liquido del mare. Se il silenzio è assoluto, anche da lontano si può riuscire ad ascoltarlo, il loro respiro.

Normalmente il branco (che sia formato da due, tre esemplari o da un numero maggiore di cetacei) si fa notare mentre nuota (fa il "dive", come lo classificano i biologi) o pesca (il "feed"). In quest'ultimo caso basta davvero poco per capirlo. I tursiopi, dopo aver individuato le loro prede, si immergono e restano a lungo sott'acqua. Risalgono per respirare e poi di nuovo giù, nello stessa area di pesca. È questo un comportamento che può essere anche osservato davanti a Cagliari, dentro il Golfo degli Angeli, dove i tursiopi sono una presenza costante. Facile anche vederli, proprio in questo periodo, dalle alte scogliere che da Chia portano verso il porto di Teulada. Serve un binocolo, serve un potente teleobiettivo per chi quegli attimi vuole immortalarli non solo nei ricordi ma anche su una fotografia.

I giochi di un tursiope (L'Unione Sarda - A. Piras)
I giochi di un tursiope (L'Unione Sarda - A. Piras)
I giochi di un tursiope (L'Unione Sarda - A. Piras)

Il travel è il nuoto in superficie, il viaggio lento con cui i delfini procedono, respirando ogni trenta, quaranta secondi. Da quei momenti, improvvisamente, potrebbero scattare altri comportamenti. Per esempio un'immersione ben più lunga, profonda e prolungata. Oppure quell'avanzare lento potrebbe trasformarsi nel mill, l'ozio. Che solo biologi davvero esperti di cetacei possono interpretare correttamente. Ozio che da un momento all'altro può anche concedere spazio al gioco, a quegli atteggiamenti che favoriscono i rapporti di gruppo e rafforzano i vincoli sociali del branco.

È un attimo perché esploda lo spettacolo. È tempo di bow, il salto verticale con cui i tursiopi escono completamente dall'acqua per ricadere quasi sullo stesso punto da cui si son spinti verso l'alto. È tempo di leap, salto lungo e piatto, oppure di breach, con tanto di schiaffo sull'acqua con la pancia.

Insomma, tanti nomi per altrettanti comportamenti, moltissimi dei quali ancora non chiariti completamente. Così come la loro voce fatta di suoni di frequenza che i ricercatori hanno diviso in categorie. I click, i fischi, gli scricchiolii, così fermi nei ricordi di quei bambini, oggi adulti, che negli anni Sessanta, restavano incollati davanti alla tv per l'immancabile appuntamento con Flipper, la fortunata serie televisiva creata da Jack Cowden e Ricou Brouding.

Salti al Poetto (L'Unione Sarda - A. Piras)
Salti al Poetto (L'Unione Sarda - A. Piras)
Salti al Poetto (L'Unione Sarda - A. Piras)
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