"É lui". Quando gli agenti della Polaria, in servizio all'aeroporto di Elmas, hanno visto quell'uomo apparentemente sui sessant'anni pronto ad affrontare serenamente i controlli con il passaporto in mano, lo hanno fermato. Troppa la somiglianza con l'ergastolano Giuseppe Mastini, soprannominato Johnny Lo Zingaro, evaso dal carcere di Bancali sabato scorso. Impossibile, visti i dubbi, non svolgere tutti gli accertamenti. Così durante la mattinata di ieri, per circa mezz'ora, è circolata insistentemente la voce: Johnny è stato arrestato. Le verifiche sul passaporto e le operazioni di identificazione "certa" dell'uomo con gli strumenti a disposizione della Polizia, sono durate inevitabilmente un po'.

Volo perso

Alla fine si è accertato che il documento non era falso e apparteneva realmente al passeggero in partenza: un cuoco sardo da tempo residente in Gran Bretagna, incensurato. Il suo volo per Londra nel frattempo era già decollato. Così il sosia di Johnny ha rinviato di ventiquattr'ore la partenza. Stamattina potrà raggiungere l'Inghilterra. Ovviamente risentito ma collaborativo per tutta la durata delle verifiche («Ci mancherebbe, state facendo il vostro lavoro ed è giusto verificare un sospetto», avrebbe detto ai poliziotti) alla fine - quando tutto è finito - avrebbe anche ironizzato: «Potrò raccontare di essere stato scambiato per Johnny Lo Zingaro». Non l'avrebbe comunque presa bene visti i disagi per il volo perso.

Le ricerche

L'episodio avvenuto ieri mattina allo scalo aeroportuale di Elmas conferma la grande attenzione che c'è nelle ricerche di Johnny, scomparso nel nulla da cinque giorni. Il volto dell'ergastolano è presente in tutti gli uffici di frontiera, in porti e aeroporti, e sono numerose le forze dell'ordine alla sua caccia. Così quando ieri è sembrato materializzarsi nell'aeroporto di Elmas sono scattate tutte le procedure di verifica per poi scoprire che si trattava di una persona perbene, soltanto somigliante a Johnny Lo Zingaro.

Il permesso

Condannato all'ergastolo per due omicidi e altri fatti di sangue, Mastini stava scontando la pena nel carcere di Bancali, a Sassari. Era uscito in permesso premio, nella casa famiglia Don Giuseppe Muntoni e sarebbe dovuto rientrare nel penitenziario sabato scorso. Ma a Bancali non è mai arrivato. Un po' come avvenuto nel 2017: una precedente evasione dal carcere di Fossano (Cuneo) per poi essere rintracciato dopo un mese.

L'indagine

Quanto accaduto è ora oggetto di un indagine degli ispettori del ministero di Giustizia. Devono essere verificate le modalità dei permessi e le caratteristiche della comunità dove Mastini trascorreva le uscite premio. Verrà analizzato anche il decreto del magistrato di Sorveglianza di Sassari che ha autorizzato i permessi nonostante il precedente di tre anni fa. Un'evasione definita dallo stesso Mastini, una volta rintracciato dopo un mese, una fuga d'amore. L'uomo aveva trascorso il periodo insieme alla sua compagnia. Per il magistrato un comportamento «potenzialmente allarmante» ma «risoltosi in una dimensione intima e privata, senza condotte illecite ai danni di terzi». Insomma una vicenda, seppure censurabile, che non aveva alcun punto di contatto con i gravissimi fatti del 1987, seguita da un comportamento ineccepibile.

Matteo Vercelli

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