"Sono molto soddisfatto per il risultato. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Lo Stato ha fatto lo Stato, ha lavorato per difendere l'interesse comune. Dopo di che non bisogna lanciarsi in toni trionfalistici, la partita non è ancora chiusa del tutto, bisognerà vigilare affinché in futuro non tornino a prevalere le logiche del profitto a scapito della sicurezza degli italiani. E poi, ora bisogna puntare al vero obiettivo".

Sono le parole del ministro degli Esteri, Luigi di Maio, in un'intervista al Corriere della Sera e relativamente alla trasformazione di Autostrade in una public company, per agevolare l'uscita della famiglia Benetton.

"Intendo dire - spiega - che non dobbiamo fermarci adesso per nessun motivo. Ora bisogna abbassare le tariffe autostradali, far scendere i pedaggi, migliorare il nostro sistema infrastrutturale. Non è che uno può dire 'entra lo Stato' e poi è lo Stato ad applicare le medesime logiche di business di un privato, altrimenti diventa una presa in giro e gli italiani non sono stupidi. Su questo mi sento rassicurato dal fatto che in Cassa depositi e prestiti c'è un manager come Fabrizio Palermo che ha una grande visione industriale e non finanziaria. Quindi la prima cosa da fare ora è abbassare i pedaggi, permettere agli autotrasportatori per lavoro, ma anche a chi si muove per ragioni turistiche, di pagare meno e in modo proporzionale ai servizi che vengono offerti".

Con l'ingresso di Cassa depositi e prestiti e dei nuovi soci, anche se indirettamente sarà lo Stato a creare le condizioni perché la famiglia Benetton venga pagata per uscire. Un tema che ha già suscitato malumori nel Paese perché si parla di una cifra di almeno 4 miliardi. "Ma non è così - replica Di Maio al Corriere - perché l'uscita avviene con aumento di capitale dedicato a Cassa depositi e prestiti. E Cdp mette i soldi in Autostrade, non li dà ad Atlantia. Non compra nulla da Atlantia e allo stesso tempo Autostrade per l'Italia firma un impegno a non distribuire i dividendi. Inoltre la famiglia Benetton dovrà pagare un cospicuo risarcimento, fissato a 3,4 miliardi di euro".

(Unioneonline/v.l.)
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