Centinaia tra parenti, amici, colleghi di lavoro e compagni o avversari del mondo della lotta libera si sono riversati stamattina davanti alla piccola chiesa del Buon Pastore a San Benedetto a Cagliari per dare l’ultimo saluto a Massimo Melis, il giovane motociclista morto nell’incidente di viale Marconi.

Sguardi increduli e volti segnati dal dolore. Tanti e tanti ragazzi a pezzi per la scomparsa di un gran lavoratore, di uno sportivo legato alla famiglia.

Tutti si sono stretti attorno ai genitori e soprattutto alla compagna di Melis: una giovane mamma di un bimbo di due anni ora rimasto senza papà.

Il ventinovenne nella notte tra venerdì e sabato rientrava a casa a bordo della sua Honda 650: aveva finito il suo turno di lavoro, come capo sala, nella bisteccheria del centro commerciale Le Vele a Quartucciu.

Aveva avvisato la compagna Sara. Secondo la ricostruzione della Polizia locale, all'altezza dell'incrocio con via Sarpi, una Nissan Qashqai è sbucata dal distributore di carburante effettuando un'inversione per dirigersi verso la città. Melis è stato travolto in pieno: dopo un volo di parecchi metri è finito sull'asfalto. Inutili i soccorsi.

Il suv, dopo essersi fermato per pochi secondi, si è allontanato a tutta velocità. Due ore dopo il conducente, un 61enne di Capoterra, si è presentato accompagnato dal suo avvocato nella caserma dei carabinieri di via Nuoro. L'uomo è stato denunciato per omicidio stradale.
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