Il declino demografico dell'Isola è dovuto non solo al calo delle nascite ma anche all'aumento del numero dei sardi che decidono di andare altrove in cerca di lavoro e di un'opportunità. Sono stati per la precisione 3.288 i sardi, soprattutto giovani, che hanno deciso di emigrare: cifra doppia rispetto al 2017 e soprattutto record negli ultimi vent'anni.

Lo rivela un report del Centro studi della Cna Sardegna che analizza i recenti dati dell'Istat sui flussi della popolazione residente nell'Isola. Le ultime statistiche confermano il trend negativo emerso in maniera sempre più netta nel corso dell'ultimo quinquennio: alla fine del 2018 la popolazione residente registrata in Sardegna è di un milione e 639mila, quasi 9mila abitanti in meno rispetto all'anno precedente. Con un decremento netto del -5,4% l'isola si colloca ben al di sopra del calo medio nazionale (-1,5%) e supera anche la variazione media delle regioni del Mezzogiorno (-4,2%).

Vanno peggio della Sardegna solo Basilicata (-6,0) e Molise (-7,8‰). Al forte incremento dell'emigrazione verso le altre regioni si aggiunge una netta riduzione dei flussi di popolazione proveniente dall'estero, con un saldo tra iscrizioni e cancellazioni stimato nel 2018 in 2.466 unità: il 32% in meno rispetto ai valori dell'anno precedente. Il movimento con l'estero (in cui prevale la componente straniera) resta quindi nettamente inferiore al flusso in uscita verso l'Italia (in cui prevale la componente italiana) definendo un bilancio migratorio complessivo di 822 residenti in meno.

Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, spiegano: "L'accelerazione dei fenomeni di declino demografico trae origine dal perdurare della difficile situazione economica e dalla mancanza di opportunità di inserimento lavorativo specialmente per i più giovani. Se la Sardegna non riuscirà ad invertire la rotta saranno sempre di più i giovani sardi che cercheranno fuori dall'isola opportunità lavorative e di vita, determinando un impoverimento sempre più marcato del tessuto socio-economico con conseguenze devastanti per gli equilibri demografici ed economici della nostra regione".
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