Grande amica della musica e grande amica degli studenti. Lucia Avallone riusciva ad alternare le teorie keynesiane che insegnava agli studenti della facoltà di Economia e commercio di Cagliari con l’amore viscerale per la musica classica. Partita doppia e Mozart a prima vista potevano sembrare come l’olio e l’acqua: impossibili da mescolare. Con la sua grande passione la Lucia Avallone, ricordata anche perché – convinta dell’inutilità del servizio militare di leva – organizzava appelli a dicembre con mille iscritti, è riuscita a fondare negli anni ’70 “Amici della musica”, una delle organizzazioni di concerti più autorevoli dell’Isola. Scomparsa nel 2016, il figlio Enrico Garau ha avuto in eredità la presidenza dell’associazione.

Mezzo secolo di concerti e iniziative culturali, il passaggio del testimone è stato gravoso?

«Il confronto non esiste; mia madre aveva un carattere e un’autorevolezza nel campo musicale riconosciuti da tutti, subentrare nel suo ruolo non è stato facile ma sono stato aiutato molto sia dalle istituzioni, il Conservatorio principalmente, che da tutti coloro che avevano suonato negli anni per gli Amici della Musica. Ho cercato di concentrarmi su quello che sapevo fare, ovvero migliorare l’organizzazione interna e mantenere attive le reti create da mia madre. Ma sono intervenuto anche nella discussione relativa alla formazione e organizzazione delle varie stagioni musicali che dal punto di vista strettamente artistico è affidata a mio fratello Lucio».

Ogni giorno una nuova sfida, la rincorsa perenne ai finanziamenti pubblici che consentano l’allestimento dei cartelloni.

«Sì, la problematica principale di tutte le Associazioni musicali è reperire i fondi, per poter finanziare le diverse stagioni di concerti. La criticità dell’attuale sistema è che normalmente siamo costretti a rischiare molto e vediamo i primi anticipi a stagione avviata, in alcuni casi quasi terminata. Questa criticità, dal mio punto di vista, ha un principale effetto negativo: rende difficile pensare al futuro e affrontare quelle sfide che invece sarebbe importante affrontare e che semplificando mi permetto di dire che consistono principalmente nell’aumentare la diffusione della cultura. Ciononostante non ci arrendiamo e anzi siamo riusciti a fidelizzare il nostro pubblico e a raddoppiare il numero degli abbonati. Abbiamo deciso di rivolgerci a un pubblico che non può permettersi di presenziare alle stagioni di prima serata della prosa e dell’Ente lirico, sia per motivi di costo che di orario. Per questo motivo l’abbonamento a 18 concerti varia tra i 50 e 20 euro e quasi tutti i concerti sono infrasettimanali, di regola o il martedì o il giovedì, e rigorosamente alle 18. In questo modo cerchiamo di attirare verso il mondo della musica classica anche i giovanissimi e i meno giovani».

L’altro figlio Lucio è il direttore artistico. Cosa è cambiato rispetto al percorso tracciato da sua madre?

«L’amore profondo per la musica classica e la ricerca di un rapporto con il territorio, in questo abbiamo cercato di restare fedeli al pensiero di mia madre e agli oltre 40 anni di storia dell’associazione. Per questo motivo abbiamo scelto di programmare esclusivamente musica cosiddetta classica, musica dove cioè non sia presente quella componente “commerciale” oggi così tanto apprezzata, e nelle stagioni si trova la musica barocca, ma anche quella etnica e quella contemporanea, riservando sempre un posto da protagonista al pianoforte. Nelle nostre stagioni vogliamo offrire musica di alto livello con delle proposte culturali a volte anche impegnative che speriamo possano “arricchire” i nostri spettatori. Questo triennio 2018-2020 lo abbiamo dedicato a due importanti compositori italiani, Antonio Vivaldi e Domenico Scarlatti, arrivando l’anno scorso a proporre in un concerto all’alba con il pianista Francesco Libetta, ben 26 sonate in quell’occasione Il pubblico ci ha ripagato e abbiamo avuto più di 400 spettatori, ma le sonate di Scarlatti sono sempre presenti anche negli altri concerti per pianoforte. Per Vivaldi abbiamo iniziato un ciclo di concerti, in collaborazione con il gruppo Bizzarria Ensemble diretto dal maestro Attilio Motzo e con strumenti d’epoca, per strumento solo e archi. Siamo partiti dalle famosissime 4 stagioni per proporre i concerti per mandolino, per violoncello, per oboe e per fagotto.

E per le prossime stagioni?

«Il 2020 sarà dedicato principalmente a Beethoven nato nel 1770, noi abbiamo iniziato già da quest’anno a programmare l’esecuzione di tutti i quartetti e di tutte le sonate del compositore tedesco. L’anno prossimo ricorrono anche i 150 anni della nascita di Godowsky e saremo una delle poche associazioni nel mondo che onoreranno questa ricorrenza proponendo l’integrale degli studi di Chopin-Godowsky simbolo del virtuosismo pianistico ma ancor di più dell’intelligenza del grande compositore russo Parallelamente a questi due omaggi completeremo il percorso triennale su Scarlatti e Vivaldi, di quest’ultimo proporremo i concerti per flauto e orchestra e le arie per voce e orchestra».

Quest’anno?

« Il 2 novembre, alle 19, all’Auditorium del Conservatorio, un concerto per sole percussioni, grandi percussioni, vedrà impegnati 4 percussionisti e 2 esperti di live electronics nell’esecuzione di uno dei pezzi più difficili e importanti del compositore tedesco Stockhausen, Microphonie 1. Per l’esecuzione è previsto un Tam di grandi dimensioni che è stato acquistato dall’Associazione e sarà inaugurato per l’occasione. La serata continuerà con un brano di Christian Cassinelli in prima esecuzione per 6 percussionisti. Questo concerto non è un momento isolato, è invece parte di un percorso pluriennale sul live electronics nel quale stiamo presentando al pubblico di Cagliari alcune importanti composizioni di questo genere unite a nuove composizioni appositamente commissionate

Il 12 novembre sarà invece il turno di un nostro amico, dal mio umile punto di vista uno dei più importanti pianisti viventi, Francesco Libetta, che partecipa ogni anno alle nostre stagioni con programmi intelligenti e originali interpretati con acume e profonda cultura. Con questo concerto Libetta inizia un percorso di 9 appuntamenti che nei prossimi anni offre al pubblico cagliaritano l’esecuzione delle 32 sonate di Beethoven».
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