Una proficua occasione di confronto tra specialisti, addetti ai lavori ed esperti del settore in tema di lavorazione del marmo nel territorio di Orosei è andata in scena in occasione del convegno organizzato dall'Università di Cagliari nel capoluogo sardo.

Ad aprire i lavori è stato Corrado Zoppi, presidente della facoltà di Ingegneria e architettura dell’Università di Cagliari, quindi gli interventi di Giorgio Massacci (direttore Dicaar-Dipartimento ingegneria civile, ambientale e architettura) e di Giuseppina Vacca (Ordine ingegneri, Cagliari).

Durante i lavori sono stati presentati i risultati ottenuti nell'ambito del progetto di ricerca: "Riduzione delle discariche di lavorazione del marmo mediante la valorizzazione del CaCO3", finanziato dalla Regione. Mostrati anche gli usi particolari degli sfridi, provenienti dal bacino marmifero di Orosei, in processi di produzione ad alto valore aggiunto, così come la situazione generale delle rocce ornamentali e dell'attività mineraria.

Un'immagine dal convegno (foto Università di Cagliari)
Un'immagine dal convegno (foto Università di Cagliari)
Un'immagine dal convegno (foto Università di Cagliari)

"Il settore delle rocce ornamentali comprende tutta una serie di sotto-settori - ha detto Nicola Careddu, anima dei lavori, responsabile del progetto e docente al Dicaar - che studiamo in stretta collaborazioni con istituti scientifici, aziende ed enti. A breve verrà siglato un accordo di programma tra il nostro dipartimento e la Confindustria Marmomacchine". Accademia e territorio a braccetto, dunque.

Sulla ricerca, è intervenuta anche Graziella Marras, ingegnere e ricercatrice del Dicaar: "Gli sfridi del distretto marmifero di Orosei hanno ottime caratteristiche anche per i prodotti per l’edilizia. Inoltre, abbiamo dimostrato la fattibilità tecnico economica dell’uso dei materiali finissimi nella produzione di pneumatici e vernici".

Di fatto, gli sfridi delle attività di cava e di successiva trasformazione della pietra, sono recuperabili e riusabili. "Il materiale – ha aggiunto Marras - può raggiungere buoni valori di mercato ed essere impiegato nella produzione di prodotti ad alto valore aggiunto. Inoltre, si riduce il materiale da portare a discarica, soluzione attuale non compatibile con il concetto di sviluppo sostenibile".

(Unioneonline/v.l.)
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