I fanghi rossi dell'Eurallumina? "Una spugna imbevuta di arsenico"
Una gigantesca spugna imbevuta di arsenico che rilascia nella falda il pesante carico dei suoi veleni e che potrebbe inquinare per i prossimi 300 anni.
È quanto emerge dalla relazione di Mario Manassero, professore del Politecnico di Torino incaricato dal pm Marco Cocco di eseguire una consulenza nell'inchiesta sui fanghi rossi di Eurallumina a Portoscuso.
I bacini dei fanghi rossi - per capire il meccanismo - è necessario immaginarli così.
Enormi vasconi di materia molle che, “strizzata” sotto il proprio peso, può rilasciare nel terreno e nelle falde acquifere le sostanze tossiche che contiene, arsenico in testa.
In particolare, la relazione depositata agli atti dell'inchiesta (che di recente ha portato a processo l'amministratore delegato della multinazionale Vincenzo Rosino e il direttore dello stabilimento Nicola Candeloro per disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti) è dedicata all'analisi dei problemi ambientali legati al rilascio di acqua inquinata dai fanghi verso la falda acquifera sottostante.