“ La stupidità degli altri mi affascina, ma preferisco la mia”. Ennio Flaiano mai avrebbe pensato che uno strano genere (dis)umano dotato di cervello basaltico, peggiore di quello che a Roma chiamano “de coccio”, un giorno avrebbe mortificato la stupidità a tal punto da trasformarla in mascalzonata infettante. State a casa, non uscite, è il mantra che ci accompagna h 24 e l'infame invece che fa? Pur di far respirare un cervello che non ha gira i market da nord a sud con la scusa di accattonare qua e là un chilo di pasta, la passata di pomodoro, due panini, un etto di mortadella e un bricco di latte. Cura il risparmio? Forse, non la salute. Peggio l'imbecillissimo che col poliziotto si giustifica: se non bevo non campo, esco per ubriacarmi. Un mondo vario ma non bello: pessimo. C'è chi non resiste all'arrosticino in allegra brigata e chi non rinuncia a un giro di tango argentino. Chi raduna gli amici per discutere della crisi di coppia in periodo di coronavirus e chi a domanda risponde: cerco il pusher. Dovrà accontentarsi dell'hotel mille sbarre. Ormai nella testa degli stupidi c'è una specie di album delle figurine dove ciascuno ha la sua casella. Lui e lei avevano anche il lettino nel ribaltabile: atti osceni può essere, fuori orario di sicuro. Buona fortuna ai cretini e, se loro permettono, anche a noi.

ANTONIO MASALA
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