L a sanità è sempre fonte di polemiche e proteste. Non c'è angolo di Sardegna dove non venga segnalato un disservizio (quando addirittura un caso di malasanità) o una carenza. Per non parlare poi degli ospedali. Apriti cielo. A Ozieri protestano per l'abbandono del “Segni”. A Lanusei sindaci e popolazione in piazza per difendere il “Nostra Signora della Mercede”. E del “San Marcellino” di Muravera ne vogliamo parlare? E così via, da Ghilarza a Iglesias. Non è che a Cagliari sia diverso. A suo tempo la Giunta Soru aveva decretato la morte del “Marino” e del “Santissima Trinità” («vecchi e costosi», diceva l'ex governatore) per puntare alla costruzione di nuove strutture. Da allora, sono passati oltre 12 anni, non se ne è fatto niente. Ora il governatore Solinas ha ripreso in mano la questione, ribadendo che quei due ospedali vanno chiusi e sostituiti da strutture efficienti, magari anche green, già che ci siamo. Soldi, progetti, tempi di realizzazione? Niente. Quindi, possiamo ipotizzare che la Giunta regionale in carica fra dieci anni sarà di fronte alla stessa questione. In Cina, intanto, cresce l'allarme per il coronavirus. Le autorità di Wuhan, città al centro dell'epidemia, correndo ai ripari hanno deciso di costruire un nuovo ospedale con mille posti letto. Sarà pronto tra dieci giorni.

IVAN PAONE
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