T utti le chiamano le Guerre Mondiali, ma la maniera in cui vengono commemorate varia da nazione a nazione. Non c'è solo la prevedibile differenza narrativa fra vincenti e sconfitti. Ma - per dire - anche in Italia e Regno Unito, uscite tutte e due vittoriose dalla Prima Guerra Mondiale, questi giorni che marcano il centenario dalla fine della guerra sono vissuti in maniera molto diversa.

Nel Regno Unito chiunque saprebbe dirti che l'armistizio entrò in vigore alle 11 del mattino dell'11 novembre 1918. E non perché sono delle cime in Storia, o perché la data e l'orario (11-11-11) siano facili da ricordare. No, qui tutti lo sanno perché con Natale, Pasqua e Capodanno, il giorno dell'Armistizio è un momento di unità nazionale.

Ogni anno, il Paese si ferma per due minuti di silenzio alle 11 esatte. Dalla Regina Elisabetta davanti al Cenotaph, il monumento dedicato ai caduti in guerra, a gente normale che si ferma nei centri commerciali, in ufficio, nella metropolitana e anche in palestra. Adulti e bambini, di tutte le etnie e religioni, che ricordano non la vittoria, ma il sacrificio che è stato necessario per ottenerla. E tutti con dei papaveri rossi sulla giacca, simbolo dei caduti, fiore immortalato dalla poesia di John McCrae, che descrive i papaveri che crescono nei campi fra le tombe dei soldati.

Questa commemorazione collettiva è sicuramente importante, ma niente tiene vivo il passato come i ricordi di famiglia. (...)

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