Cagliari, 1984. Un bambino cammina, felice, per via Giudice Mariano: oggi, per la prima volta, i suoi genitori lo hanno mandato a fare una commissione. In tasca ha cinquemila Lire.

La banconota rappresenta lo sviluppo della sua responsabilità e la fiducia riposta in lui. Dovrà andare in bottega e comprare un pacco di pasta, un etto di prosciutto senza polifosfati e due spicchi di Dolce Sardo.

Il padre del bambino si è raccomandato al riguardo: «Devi andare dal vecchietto e comprare soltanto ciò che mamma ti ha scritto nella lista. Niente Kinder Cereali o giuggiole, o caramelle...».

«Ma certo, papà».

Il vecchietto - così lo chiamavano tutti - era un signore effettivamente anziano che indossava un grembiule bianchissimo e severi occhiali dalla montatura nera.

Il nome del negozio, non lo ricordava nessuno. La bottega era sempre pervasa dalla penombra e dal miscuglio di odori tipico delle rivendite minute.

Il bambino entra: saluta e, dopo lunga indecisione, sceglie fra i tanti tipi di pasta esposta un pacco di fiocchetti. Nel banco frigo, che stancamente ronza, i salumi e i formaggi si mostrano trafitti da una bandierina in plastica che ne attesta il prezzo all'etto: spalla cotta 800 lire, San Daniele 2.700 lire, mortadella 1.200 lire.

«Vorrei anche un etto di prosciutto senza polifosfati e due spicchi di Dolce Sardo».

«Ai miei tempi le cose migliori erano con. Oggi sono senza».

«In che senso?», chiede il bambino.

«La pasta fatta con le uova, la mortadella con pistacchi, il prosciutto con l'osso. Oggi invece il meglio è senza. Senza grassi aggiunti, senza conservanti, e senza polifosfati».

Pensieri troppo nostalgici e complessi per il bambino che, mentre ascolta in silenzio, preferisce farsi i conti e accertarsi che la banconota ben stretta fra le mani sia davvero sufficiente a pagare il tutto.
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