"Cara Unione,

il degrado ha molteplici significati, la maggior parte dei quali troverebbe facile applicazione alla città di Quartu: è gioco fin troppo facile verificarlo da sé.

Il degrado cui mi riferisco io, tuttavia, è un altro, meno vistoso a occhi fin troppo abituati ad averlo di fronte quotidianamente e a ignorarlo: il degrado sociale.

Vivo nella zona del centro e come la stragrande maggioranza dei quartesi faccio la spesa nel supermercato più vicino a dove risiedo. Questi luoghi, per loro stessa natura, in quanto altamente frequentati, sono posti in cui il malessere sociale si coagula.

Molti lettori penseranno ai clochard che chiedono l'elemosina, all'immigrato che, come il primo, in un sistema che non dà opportunità ma che sistematicamente le toglie, chiede con più o meno insistenza un contributo ai miseri soldi che lo stato italiano gli destina, alla sporadica zingara che chiede l'acquisto di alimentari per la sua famiglia. Queste tipologie di persone le conosciamo fin troppo bene, perché popolano le nostre giornate, spesso creandoci un profondo disagio psicologico perché sappiamo, nel profondo, che l'elemosina data è il segno tangibile di un sistema che ha lasciato indietro qualcuno. Ma non è su questi 'ultimi' che vorrei soffermarmi, ma su quelli su cui il velo d'omertà cala, veloce come la notte in una sera d'inverno: sono quelli violenti, i delinquenti, magari drogati o ex drogati.

Questa tipologia ormai ha preso come 'fissa dimora' un supermercato di viale Marconi - il mio supermercato di zona - sbarazzandosi, come una banda di teppisti, di quegli altri 'ultimi', con la forza e la violenza, con la minaccia di coltelli, compiendo furti di denaro che nessuno ha avuto il coraggio di denunciare.

Vi chiederete, forse, se l'omertoso non sono io, che non ha denunciato questi fatti: avrei voluto, ma non vi ho mai assistito in 'presa diretta'.

Ma la casistica che si può facilmente raccogliere è ampia: va dal pestaggio al furto. E la risposta dellle istituzioni pare sia sempre la stessa: "Non si può far niente".

Ora mi chiedo: queste persone possono essere reintegrate nella società? Ma soprattutto, la società ha abbandonato anche loro? E cosa fa il comune di Quartu per tutelare i suoi cittadini da queste piccole bombe sociali, che son già esplose facendo rumore e danni che nessuno ha voluto sentire e denunciare, pubblicamente, senza paura di ritorsione?

Qui a perdere siamo tutti: gli 'ultimi', violenti e no, ma soprattutto il cittadino coscienzioso che in ciò scorge, con amarezza, la totale assenza delle istituzioni che lo tutelino e pongano rimedio rispondendo alle richieste d'aiuto dei suoi cittadini tutti.

M. T. - Quartu Sant'Elena

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