"Cara Unione,

ora il coronavirus ha presentato il conto.

Non era difficile immaginare, le avvisaglie c'erano tutte e con un po' di buonsenso si sarebbe potuto prevedere tutto ciò.

Le richieste della nostra Isola non sono state ascoltate, anzi peggio siamo stati tacciati di 'razzismo' quando il nostro Governatore chiedeva controlli ferrei per chi metteva piede nell'Isola.

Pazienza, dicevamo noi sardi, ma invece no, il clamoroso retromarcia della nostra classe dirigente che si è piegata a decisioni prese altrove e che riducevano i controlli a una sostanziale buona volontà.

E poi il degenero, con una miriade di arrivi senza alcun controllo sanitario, né alla partenza né all'arrivo, come denunciato più volte anche in questa rubrica, e le discoteche fuori controllo.

Ora, addirittura, si arriva a paventare il lockdown per l'intera Isola, con chi arriva dalla Sardegna che viene additato come 'infetto'.

E la nostra politica che punta il dito contro i 'media' o la regione Lazio. E ancora l'unità di crisi che tira in ballo, nello scaricabarile delle colpe, addirittura la Spagna e l'isola di Ibiza.

Chi ci aiuterà? Intanto la nostra economia va a rotoli.

Grazie dell'attenzione".

Giuseppina Mura - Cagliari

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