«Per fortuna non è accaduto niente di grave, ma c’è chi si è preoccupato davanti alle continue provocazioni che arrivavano dalle tribune all’indirizzo dei ragazzi».

Nicola Ruggeri, 46 anni, allenatore della Juniores del Budoni, tende a smorzare ciò che è accaduto mercoledì nella sfida a Tempio con i parigrado dei Galletti. Un gruppetto di ragazzini avrebbe inveito dalla tribuna contro i suoi giocatori, ragazzi di 15-18 anni. E sono stati chiamati i carabinieri, per evitare che la situazione potesse in qualche modo degenerare: «Ma vedere i mi intervenire in un match delle giovanili, addirittura per scortarci fuori dal paese, mi è sembrata una cosa fuori dal mondo».

Ruggeri, che da ragazzo ha vinto il campionato italiano Juniores con il Selargius, e che ha giocato con i Galletti in C2 sotto la guida di Gigi Piras, aggiunge: «Anche i loro dirigenti, compreso il responsabile del settore giovanile, che quando arrivai a Tempio mi fece da tutore perché ero ancora minorenne, erano un po’ imbarazzati. Tra l’altro io ricordo con affetto le stagioni a Tempio. I miei ragazzi, però, sono stati dei giganti: hanno avuto la forza di non reagire alle provocazioni, che nel frattempo erano arrivate anche dagli avversari sul campo, e hanno vinto la partita per 6-2. Mi sono complimentato con loro per questo, perché alla fine nel calcio conta il rispetto da un lato, ma i risultati fanno la loro parte»

Sull’altro fronte il presidente del Tempio Salvatore Sechi non entra nel dettaglio dei fatti segnalati nel match in questione: «Non ero presente e i dirigenti del settore giovanile non mi hanno riferito di questioni particolari in merito alla partita della nostra Juniores contro il Budoni». Ma il patron dei Galletti, che dopo aver tirato fuori dal pantano dei campionati regionali la Torres sta tentando la stessa operazione in Gallura (la prima squadra milita nel Girone C della Promozione), fa un discorso più generale: «Non so se davvero dei ragazzi possano aver provocato la tensione di cui si parla», spiega. «Mi hanno riferito tuttavia che un gruppetto se l’è presa in particolare con un giocatore. A quel punto sarebbe intervenuto un adulto di Budoni e in quel momento ci sarebbe stata un po’ di tensione. C’è stata anche una chiamata ai carabinieri, che hanno riportato la calma, scortando fuori dal paese la squadra e gli accompagnatori del team ospite. Di certo oggi non è improbabile nei campi dell’Isola, quasi tutti, imbattersi su genitori esasperati, che quando c’è il proprio figlio in campo perdono la testa, neppure stessero giocando la finale di Champions».

Sechi conclude con un appello al Comitato regionale della Figc. «Più volte abbiamo posto il problema inoltre degli impianti: non ci sono separazioni tra le opposte fazioni e basta nulla per accendere la miccia di situazioni poco piacevoli. Speriamo comunque che tutto ritorni nel seminato dello sport, che deve essere il percorso guida sia sul campo che nei comportamenti. A questo punto servirebbe un osservatorio regionale per puntare la lente sulle partite più delicate».

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