Il Napoli disintegra la Juventus e lancia quella che potrebbe essere la fuga definitiva verso lo scudetto. Non c’è partita, finisce 5-1 per la squadra di Spalletti in uno stadio Maradona letteralmente in estasi per la prova esaltante dei partenopei, tarantolati di fronte a una vecchia Signora umiliata e completamente in balia degli avversari.

Il Napoli parte con Politano, Zielinsky e Kvaratskhelia alle spalle del capocannoniere Osimhen, Allegri con Kostic, Chiesa, Di Maria e Milik infarcisce la sua Juve di giocatori offensivi.

Ma l’atteggiamento iniziale dei bianconeri non cambia: aspettano, guardinghi e bassi come sempre, mentre il Napoli fa la partita e al primo affondo pericoloso trova il vantaggio.

Cross da destra di Politano, bellissima sforbiciata di Kvaratskhelia, Szczesny respinge come può ma sul pallone si avventa Osimhen, che di testa al minuto 14 firma il suo undicesimo gol in campionato.

La Juve risponde con una giocata di Di Maria, che approfitta di un errore di Rrahmani e fa partire un sinistro da fuori area che si stampa sulla traversa. Ci riprova Milik di testa poco dopo, debole e centrale.

Ma al 39’ il Napoli, che non aveva mai perso il pallino del gioco, trova il raddoppio con il fuoriclasse georgiano: disimpegno non perfetto di Bremer, Osimhen ne approfitta e serve Kvaratskhelia, che tutto solo infila Szczesny.

La Juve si risveglia improvvisamente e la riapre subito al 42’ con un piatto sinistro chirurgico di Di Maria servito da Milik. Poco prima di andare a riposo, si avvicina anche al pari con una gran giocata di Chiesa, sul cui cross con deviazione di Rrahmani fa buona guardia Meret.

Quello bianconero è solo un fuoco di paglia, nella ripresa il Napoli entra in campo con Elmas per Politano e invece di mettersi a difesa del vantaggio alza i ritmi. Al 10’, puntuale, infila il tris. Tutto nasce da uno straripante Osimhen, che va via ad Alex Sandro e impegna Szczesny: sul corner successivo Rrahmani all’altezza del dischetto trova un gran destro di controbalzo che si infila all’angolino non lasciando scampo al portiere polacco.

Subito doppio cambio per Allegri, Kean e Paredes per Milik e Locatelli. Ma non c’è partita, il Napoli è letteralmente tarantolato, la Juve in bambola non regge i ritmi forsennati imposti dalla squadra di Spalletti. I partenopei affondano come una lama nel burro, Osimhen è troppo rispetto all’irriconoscibile Bremer odierno. Sfiorano il poker prima il nigeriano poi Zielinski, ma è solo questione di minuti: al 20’ Osimhen infila il 12esimo gol in campionato, di testa su cross del solito Kvaratskhelia. Il Maradona è in estasi, ma non finisce qui perché Elmas riceve in area, rientra sul sinistro e infila Szczesny grazie alla deviazione di Alex Sandro. È il 5-1 definitivo.

Il resto è pura accademia. Allegri fa rifiatare i big e lancia i giovani, Spalletti concede la meritatissima standing ovation a Osimhen e Kvaratskhelia. Finisce con il Maradona che canta “la capolista se ne va”, ed è proprio così: Napoli a +10 sulla Juventus e sul Milan (che ha una partita in meno).

(Unioneonline/L)

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