Floriano Congiu, uno dei più grandi talenti del calcio sardo
Ora allena i Giovanissimi della Fermassenti: «Cerco di insegnar loro la tecnica e i fondamentali, merce sempre più rara in questo calcio»Nella foto Floriano Congiu giovanissimo con Paolino Pulici del Torino a Portoscuso (foto Tellini)
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Dal Sulcis 68 anni fa venne fuori un campione del calcio: il suo nome Floriano Congiu. Nella terra dei minatori per tutti gli anni 70 e 80 fu uno degli eroi prediletti. Allo Zoboli di Carbonia ed in trasferta incantava gli appassionati con i suoi dribbling secchi, le sue piroette, i cambi di velocità e i tiri improvvisi. Brevilineo e ben piantato Floriano Congiu è stato uno dei più grandi talenti del calcio sardo. Ma, mistero insoluto, non superò mai la Serie C. Frequentata anche col Carbonia, formazione in cui è cresciuto e diede il meglio di se stesso. In formidabili stagioni e qualche amarezza. Come quella dei 20 anni, nel 1974.
«Giocavamo con una rappresentativa a Portoscuso contro il Torino che doveva giocare qualche giorno dopo a Cagliari - racconta Congiu -. Erano i granata di Pulici, Graziani, Ferrini, Agroppi e Castellini. Uno squadrone. Ovviamente perdemmo ma a fine partita il loro famoso ds Bonetto propose a Gustavo Giagnoni il mio acquisto. "È troppo basso", con questa frase il tecnico di Olbia mi liquidò. Ci rimasi male, almeno una prova l'avrei meritata. Ma è andata così».
Ad ogni modo Floriano di soddisfazioni nella sua lunga carriera, conclusa a 41 anni a Villacidro, se ne è prese tantissime. Riconoscimenti e trofei. Promozioni col suo Carbonia, sino alla C, appunto, calcata anche con i bianchi dell'Olbia. Memorabile lo spareggio per andare in Serie D del Quadrivio di Nuoro. Maggio 1978: Carbonia-Porto Torres. «Uno dei giorni più esaltanti della mia carriera, ma anche un po' di amaro in bocca per i miei amici portotorresi - spiega -. Segnai io al primo tempo poi loro pareggiarono all'ultimo minuto. Dopo i supplementari sempre 1-1. Non c'erano i rigori e si decise tutto alla monetina. La sorte premiò noi, tra la disperazione dei turritani, uno squadrone con i vari Coni, Maninchedda, Marinu e Cinus. Anche noi eravamo fortissimi ed entrambe le squadre meritavano la promozione in quarta serie. Ricordo come se fosse ieri quella grande giornata di sport. Forse 10 mila persone in festa al campo e due mondi che si incontravano: l'industria di Porto Torres e la miniera di Carbonia».
Proprio l'odore del carbone per Floriano era inconfondibile. «Lo ricordo molto bene - precisa Congiu -. Quando da bambino giocavo nelle strade con gli amici. Carbonia e miniera erano una parola sola. Quel mondo non c'è più". Floriano Congiu, capitano per tanti anni dei minerari, è in pensione da qualche anno. Ha lavorato come impiegato comunale. Sposato con Andreina ha un figlio di 27 anni, Giovanni, buon calciatore pure lui. Gioca nell'Antiochense e fu compagno di Barella nella Primavera del Cagliari. Da poco ha regalato a suo padre la gioia più bella: una laurea in ingegneria. Nel frattempo Floriano Congiu continua nel mondo del calcio, allenando i giovanissimi della Fermassenti, a San Giovanni Suergiu. «Mi diverto moltissimo e mi fanno sentire giovane - sottolinea -. Cerco di insegnar loro la tecnica e i fondamentali, merce sempre più rara in questo calcio».