Il tour si chiama come l'ultimo album e va in giro per il mondo da più di un anno: la 'wrecking ball' è quell'enorme palla demolitrice manovrata da una gru su cingoli ormai più patrimonio dell'immaginario americano che strumento di lavoro nella realtà. Una realtà che però è sempre la stessa: Bruce Springsteen e la E-street band hanno la stessa forza di quella palla nera, il loro rock suonerà un pò datato ma sempre tanto bene. Soprattutto a Milano, stadio San Siro, un luogo magico per il Boss. Qui Springsteen ha già fatto cinque concerti con questo: l'ultimo l'anno scorso, con quasi quattro ore di musica senza pause, dopo che nel 2008 con 'Magic' il suo show finì anche in Tribunale per venti minuti di sforamento dell'orario imposto dal Comune a tutela del fragile sonno degli abitanti. Prima, nel 2003, con The rising, in una notte di pioggia incessante, ha fatto quello che ha personalmente inserito nei suoi dieci migliori concerti di sempre. Ora non è cambiato tanto, forse il suono è più caldo e preciso, lui più disincatato nei toni e nella scelta della scaletta. Ad applaudirlo 50mila fan, un pubblico ormai abituato a seguirlo dopo Napoli e Padova, in attesa dell'ultima data sulla penisola (Roma l'11 luglio) incastonata nel lungo tour europeo. Lo stadio milanese ricambia l'affetto: balla, canta e un po' si commuove in una delle prime notti d'estate quando il Boss rallenta ad arte con la sola chitarra acustica. E' una delle sue scelte migliori, che ricorda vecchi concerti da solo, forse i migliori per alcuni affezionati fan. E poi fra le 'chicchè l'integrale proposta di 'Born in the Usa' Ma ora è il momento del trionfo di massa, con l'enorme pubblico che lascerà San Siro verso mezzi pubblici a orario finalmente prolungato fino a notte fonda.
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