Atteso per il 31 agosto, è pronto ad uscire nelle sale italiane l’ultimo film con protagonista Gérard Depardieu - storico interprete fra i grandi nomi del cinema francese ed internazionale con alle spalle una carriera estremamente prolifica -  intitolato “Il sapore della felicità”, distribuito da Wanted Cinema e diretto da Slony Sow che dopo il suo primo titolo “Grenouille d’hiver” decide di tornare a collaborare con l’attore francese e col giapponese Eriko Takeda. Oltre alla regia, Sow ha curato di persona anche la sceneggiatura, il montaggio e la produzione della pellicola.  

Il film è stato selezionato quest’anno per l’apertura del Festival internazionale del Film di Friburgo. Oltre a un’anteprima tenutasi lo scorso mese son stati rilasciati il trailer ufficiale e una breve clip, anticipando alcuni degli aspetti centrali che andremo ad approfondire più nel dettaglio con la visione al cinema. 

Viene così introdotta la storia di Gabriel Carvin, uno chef stellato di fama mondiale insignito della terza stella Michelin. Appena ricevuto il prestigioso riconoscimento si accorge tuttavia di non provare la soddisfazione che si sarebbe aspettato. Ormai avanti negli anni e alla soglia della pensione, conduce uno stile di vita scandito in tutto e per tutto dall’ossessione per la cucina, da cui ne derivano la salute, il matrimonio e i rapporti familiari fortemente destabilizzati. 

Con la moglie che ormai frequenta un altro uomo - qui interpretata da Sandrine Bonnaire - e i figli ridotti a un legame parentale fatto più di conflitti che di concreti gesti d’affetto, il cuoco sceglierà di intraprendere una ricerca tutta personale ed introspettiva partendo fino in Giappone per partecipare a un concorso culinario dove ben quarant’anni prima fu sconfitto da un suo collega, armatosi del gusto unico e inconfondibile di una scodella di noodles. 

Particolarmente rilevante a questo proposito è il termine “Umami”, di origine giapponese e titolo originale della pellicola; viene infatti utilizzato per indicare la quinta tipologia di gusto oltre al dolce, al salato, all’amaro e all’acido. Ed è proprio da esso che seguirà il viaggio: tentando di cogliere il segreto del sapore inimitabile che rende tanto speciale la cucina giapponese si compirà un percorso culinario tra i profumi, i sapori e le atmosfere orientali, ma soprattutto andando in cerca dell’ingrediente segreto che è mancato nel perseguimento dei propri obiettivi, fra i traguardi raggiunti, i fallimenti e le occasioni sprecate. 

Ambientato tra Francia e Giappone, il film vede anche la partecipazione di interpreti come Kyozo Nagatsuka, Pierre Richard e Bastien Bouillon, quest’ultimo vincitore alla scorsa edizione del Premio César come miglior esordiente per “La Nuit du 12”. Si spera allora che Depardieu, col profilo di uno chef stellato che pare quasi specchiarsi in quello reale dell’attore di successo, abbia trovato di che emozionarci. E magari raccontando attraverso il personaggio tanto di se stesso, anche più di quanto si possa distrattamente immaginare. 

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