Scatenate, irriverenti ma soprattutto complici: Ditonellapiaga e Rettore, alias il duo che non ti aspetti al Festival di Sanremo, si dicono “amiche per la pelle" e “le più spudorate di tutti". Ed effettivamente sul palco la “Chimica”, ossia il titolo del brano in gara, non solo la cantano ma la mettono anche in scena.

La prima, al secolo Margherita Carducci, classe 1997, romana, è un’autorevole esponente del genere urban. La seconda, classe 1955, è un’icona del punk senza tempo, la prima vera rocker italiana.

Il loro sodalizio è nato a ottobre dello scorso anno: “E speriamo proprio che non finisca più”, dicono in conferenza stampa da Sanremo all’indomani della loro esibizione con “Chimica”. “Siamo amiche per la pelle, io non posso stare senza Margherita”, è la dichiarazione d’amore di Rettore, sentimento assolutamente ricambiato perché è stata proprio lei a ispirare la penna di Margherita.

Il testo è stato poi rivisto da entrambe mentre le musiche sono state composte da Ditonellapiaga, Benjamin Ventura, Alessandro Casagni, Valerio Smordoni e Edoardo Castroni. La produzione è stata firmata dal duo di producer romani bbprod. A dirigere l'Orchestra al Teatro Ariston il Maestro Fabio Gurian.

Rettore e Ditonellapiaga (foto Ufficio stampa - Chiara Mirelli)
Rettore e Ditonellapiaga (foto Ufficio stampa - Chiara Mirelli)
Rettore e Ditonellapiaga (foto Ufficio stampa - Chiara Mirelli)

“E’ un pezzo per tutti, anche per i bambini”, spiegano. Sperando che i piccoli non si soffermino a fare troppe domande sul testo, che non si fa mancare allusioni spinte. O frasi come “Delle suore me ne sbatto totalmente”, ricordando i tempi in cui Rettore, da ragazzina ribelle e insofferente alla disciplina, finiva in collegio ad Asolo.

“Chimica” celebra la libertà contro le ipocrisie e i moralismi richiamando le atmosfere della Disco e certe sonorità anni '70/'80. Una libertà che esprimono anche sul palco: “Non c’è un’idea dietro le performance – rivela Ditonellapiaga - neanche una coreografia. Noi semplicemente improvvisiamo, pensiamo solo a divertirci”. Ieri ha funzionato: “Mentre ci guardavamo negli occhi – racconta la 24enne – ho visto il fuoco della tigre. Ieri più di tutte le volte che abbiamo provato”.

Anche la posizione in classifica, settima almeno in quella generale della sala stampa, non costituisce per loro una preoccupazione: “L’importante è che a casa arrivino l’allegria e il divertimento”. Un’energia talmente strabordante che per Rettore l’esibizione è fin troppo breve: “Speravo che ci chiedessero il bis – scherza -. Non volevo uscire dal palco. Magari lo fanno stasera...”. 

Sono passati 48 anni dalla prima volta che Rettore si presentava a Sanremo (era il 1974 e cantava “Capelli sciolti”) e 28 anni dall’ultima volta che ha cantato da concorrente (nel 1994 arrivò decima con “Di notte specialmente”) e da allora tante cose sono cambiate: “Prima c’era decisamente più competizione e si soffriva di più la gara. Adesso invece stiamo tutti insieme, ci parliamo, ci scambiamo le nostre impressioni. Lavoriamo insieme e soffriamo insieme”.

Loro, comunque, soffrono pochissimo l’ansia: “Stare in due aiuta. Un attimo prima di salire sul palco siamo carichissime”.

Nella serata delle cover canteranno “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli. Un altro inno alla libertà perché “nessuno ci può giudicare, solo Caterina”. 

Progetti per il futuro? Tutto in divenire, ma una cosa certa - Covid permettendo – c’è: “Un viaggio insieme, magari a Cuba”.

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