15 novembre 2012 alle 11:05aggiornato il 15 novembre 2012 alle 11:05
Cinema, è nuda ma non fa sessoFischi a Roma per Isabella Ferrari
Applausi e fischi hanno accolto la proiezione di 'E la chiamano estate' di Paolo Franchi, terzo e ultimo film italiano in concorso al Festival internazionale di Roma. GUARDA IL VIDEOPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non è stato accolto bene 'E la chiamano estate' di Paolo Franchi, terzo e ultimo film italiano in corsa in questa settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Molte risate durante la proiezione stampa e, sui titoli di coda di questo film ad alto contenuto erotico solo qualche applauso e fischi. Non è andata meglio in conferenza stampa. Il regista si è dovuto difendere da molte domande negative. Tanto che la produttrice Nicoletta Mantovani ha parlato della conferenza stampa come di una 'fossa dei leoni'. Insomma, quello che qualcuno ha definito una sorta di 'Shame' italiano, non ha convinto la platea di giornalisti. Tutto inizia con una citazione dell'origine del mondo di Courbet, ovvero con il primo piano del sesso di Isabella Ferrari. E' infatti lei, Anna, l'oggetto dell'amore incondizionato di Dino (Jean-Marc Barr). Un amore eterno, romantico pieno di parole (forse troppe) ma vissuto senza sesso. Eppure al film non manca affatto l'erotismo. Anzi. Perchè Dino ne consuma a livello industriale. Partecipa, in solitaria a raduni di scambisti, va appena può con le prostitute, chiede di farsi urinare addosso, e, mentre legge ossessivamente a stesso una lettera ideale alla sua amata in cui le dice "ti sto facendo male" (questa frase viene detta fuori campo almeno quattro volte) continua la sua vita di sempre. Non solo, tra scene di sesso esplicito, Dino va anche a trovare gli ex della sua amata invitandoli a fare sesso con lei al grido "Una scopata non si nega a nessuno", frase che ha suscitato le risate della sala. E Anna, va detto, nonostante tutto ama il suo Dino in maniera completa, sottolineando che la sua disperazione la "fa sentire unica". "Volevo solo raccontare l'amore nella condivisione del dolore, l'amore come veleno fuori dai baci Perugina" ha detto Paolo Franchi, in conferenza stampa, con un tono difensivo, alla domanda se il suo film potesse considerarsi uno 'Shame' minore. Mentre sulla reiterata lettura della lettera ideale che Dino scrive alla sua Anna, il regista spiega polemico: "La reiterazione delle scene si ispira alla filosofia di Bergson, dove i tempi si mischiano in un'unica realtà. La reiterazione fa parte di un'ossessione. Il tempo è una linea curva, come tutti sanno, e anche il nostro dna è elicoidale". E Franchi, non nuovo a film polemici (il suo 'Nessuna qualità agli eroi' fece scandalo e divise alla Mostra di Venezia del 2008), aggiunge: "Il film forse non è capito perché in Italia c'è una tv che impera. Non c'è nessuna forma di sperimentazione, mentre proprio questa fa un Paese ricco culturalmente". Di fronte a critiche pesanti da parte di un giornalista, dice: "L'arte è egoista. Non ho alcuna ambizione di arrivare a tutti. Se a te non è piaciuto, a qualcuno forse sì". Isabella Ferrari, che si mostra nuda più volte con disinvoltura nel film, spiega: "Non ho avuto nessun imbarazzo in questo film, che considero d'autore. E devo dire che questa cosa mi dà una grande energia. Mi sono sentita sempre libera. Franchi mi aveva detto 'non avere maschere' e anche nelle scene di nudo mi sono sentita leggera, senza imbarazzo". Dopo l'intervento della produttrice Nicoletta Mantovani, che ha ricordato ai giornalisti che "non si può trattare un film come nella fossa dei leoni", è intervenuto Jean-Marc Barr, con un discorso lungo ed esplicito: "Interpreto un uomo affetto da una grave depressione, che gestisce attraverso una sessualità prolifica. All'improvviso, quel sesso per lui non conta più e conta l'amore. La sessualità viene messa da parte. Lui che ha fatto sesso tutta la vita, capisce che è importante solo perseguire l'amore".
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