“Cast Away”, perché il film è così accurato? Le spiegazioni di un esperto di sopravvivenza nella giungla
Dalla raccolta dell’acqua sulle foglie alla noce di cocco usata come contenitore: sarebbero tutte tecniche verosimili, usate dagli indigeniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ce lo ricordiamo bene: il film del 2000 a tema “survival” meglio conosciuto come “Cast Away” - con protagonista un Tom Hanks nella fase più florida della carriera - ha saputo conquistare i nostri cuori fin dal primo giorno d’uscita, grazie a un non convenzionale mix di avventura e dramma che - nella cornice di un moderno Robinson Crusoe - rievoca ancora oggi momenti di grande emozione.
Diretto da Robert Zemeckis - cineasta statunitense dal notevole pedigree e autore, fra i tanti titoli, della trilogia di “Ritorno al Futuro” - il film è anche ricordato per essere la seconda collaborazione tra il regista e l’attore dopo il capolavoro “Forrest Gump”; col tempo è divenuto un cult rimasto legato a moltissime scene iconiche, con “personaggi” entrati di pieno petto nell’immaginario comune: si pensi a “Wilson”, un pallone rinvenuto dal protagonista a seguito del naufragio sull’isola deserta, che assumerà ben presto le fattezze di un amico immaginario e unico conforto per resistere all’incubo della solitudine.
E pure a distanza di così tanti anni il film continua a far parlare di se: proprio di recente l’esperto di tribù indigene e studioso di tecniche di sopravvivenza Hazen Audel - anche collaboratore per il programma di National Geographic Channel “Survive the Tribe” - ha da poco espresso i suoi personali elogi alla pellicola, spiegando le ragioni per cui “Cast Away” è ad oggi uno dei film più realistici mai realizzati.
In un dettagliato video diffuso da Insider, lo studioso avanza le seguenti considerazioni: «Nel mondo moderno, tutti cercano di stare lontani da qualsiasi tipo di acqua nella natura selvaggia. Tutti sembrano essere spaventati da essa, ma in una situazione disperata come quella, cerchi di trovare qualsiasi piccola quantità di acqua possibile. Questo è piuttosto realistico, specialmente sulle isole remote nel Pacifico del Sud».
E prosegue dicendo: «L'unica fonte di acqua dolce è quella che si raccoglie sulle foglie, ed è l'unico luogo dove potrai trovare dell'acqua, quindi quella scena era molto realistica. Anche raccoglierla in un recipiente come una noce di cocco è una situazione molto realistica. Ci sono effettivamente migliaia di persone che vivono in questo stesso ambiente, popolazioni indigene che non hanno acqua sotterranea fresca, quindi sono totalmente dipendenti dall'acqua piovana. Due miei amici hanno lavorato come consulenti alle riprese di questo film e devo dire che questa scena è la migliore che abbia visto per quanto riguarda il realismo».
Tornando a menzionare l’amico Wilson, ai più curiosi interesserà sapere che lo scorso anno, ben ventidue dopo l’uscita del film, i compagni di avventure si sarebbero finalmente ritrovati. Tom Hanks avrebbe infatti recuperato la palla macchiata di sangue per lanciarla sul campo al primo pitch nella partita di apertura della MLB dei Cleveland Guardians.
Così facendo, l’attore avrebbe anche omaggiato Larry Doby Jr., figlio del defunto Larry Doby ricordato per esser stato un ex membro della squadra dei Cleveland e primo giocatore nero nell'American League.
Al di là del tiro sul campo, effettuato dallo stesso attore, non proprio convincente - la cui colpa andrebbe in realtà attribuita al troppo vento - i fan hanno voluto ugualmente esprimere il proprio apprezzamento, tanto fra le tribune quanto sui social, celebrando entusiasticamente la simpatica reunion del celeberrimo duo.