Esattamente 30 anni – il 31 marzo 1993 - fa moriva Brandon Lee.

Una morte, quella del figlio primogenito di Bruce Lee e Linda Emery, che sconvolse il mondo del cinema.

Ad essere fatale all’attore 28enne fu, infatti, una pallottola vera caricata per errore in una pistola di scena, nel corso delle riprese de “Il Corvo”, film del regista Alex Proyas, tratto dall’omonimo fumetto di James O’Barr.

Lo stesso Proyas, in un’intervista, raccontò così il tragico incidente: «Lo vidi crollare a terra, con un lamento. Il foro del proiettile mi parve perfettamente simulato e il sangue era forse fin troppo abbondante, ma nel complesso la scena era riuscita a meraviglia e dopo aver gridato “stop” dissi che ne avremmo girata un’altra, più che altro per sicurezza. Sul set tutti si mossero per rigirare la scena, ma Brandon Lee rimase disteso al suolo, immobile. Visto che non si muoveva, mi avvicinai a lui e notai che la macchia di sangue continuava ad allargarsi. Mi chinai, toccai con il dito quel liquido. Era tiepido e denso, come sangue vero e sul set cadde un silenzio di morte».

«La prima persona a capire – il ricordo del regista - fu Eliza Hutton, fidanzata di Brandon, che faceva parte del cast come assistente alla produzione. Lanciò un urlo e si precipitò verso Brandon, mentre io mi rendevo conto che respirava debolmente e che le sue condizioni dovevano essere gravi. Brandon venne trasportato d’urgenza al più vicino ospedale. I dottori trovarono un corpo metallico nello stomaco che gli provocò la ferita mortale».

(Unioneonline/l.f.)

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