Bollette troppo care? Nella Città metropolitana di Cagliari si taglia l’assistenza educativa agli studenti disabili delle scuole superiori. A pagare, quindi, sono i più deboli.

La vicenda ha contorni surreali, nella forma e nella sostanza. I genitori dei ragazzi che hanno bisogno dell’affiancamento di un educatore (sono decine e decine e, stando ai documenti, in costante aumento) si sono visti tagliare il servizio senza comunicazione ufficiale: ore di assistenza ridotte, all’inizio, senza un perché.

Le famiglie hanno conosciuto i motivi solo attraverso i professionisti (incolpevoli) che seguono i loro figli, che a loro volta hanno ricevuto una nota dagli uffici della Pubblica istruzione dell’ente. Il documento porta la firma del delegato del sindaco per il settore, Alessandro Balletto, e del dirigente Bruno Orrù.   

C’è scritto che “nostro malgrado, come avrete notato, abbiamo dovuto disporre l’avvio del servizio dal 1 di ottobre e la riduzione del monte orario assegnato ai singoli studenti”. Ed è la conferma del taglio. Una scelta adottata “non a cuor leggero consapevoli dell’importanza e della delicatezza del nostro intervento”.

Poi la spiegazione: le richieste di assistenza sono aumentate, con un “continuo incremento della platea dei fruitori nel corso degli ultimi anni che ha, di fatto, incrementato esponenzialmente il fabbisogno finanziario”.

Gli educatori vanno pagati. E per farlo, negli ultimi anni, il finanziamento è cresciuto per ben tre volte. In più, per i casi più complessi, il Tar ha imposto l’ulteriore affiancamento di un Oss: altre spese. Che sono suddivise a metà tra Città metropolitana e Regione.  

I soldi a bilancio non bastano più. “Oggi la drammatica situazione in cui versano gli enti locali, a causa fondamentalmente dei problemi indotti dagli straordinari aumenti dei costi dell’energia, non ci consente ulteriori adeguamenti”, scrivono Balletto e il dirigente Orrù, “Per questo abbiamo dovuto operare una riduzione percentuale del monte ore (di assistenza educativa) assegnato a ciascuno studente, che abbiamo contenuto nell’ordine del 30%”.

Una percentuale che comporta: educatori che seguono più ragazzi con diverse necessità, costretti a correre da una parte all’altra per tappare le falle. Con una ovvia scadenza della qualità del servizio e studenti che restano senza assistenza per molto tempo rispetto al necessario. Non abbandonati, ma sacrificati sull’altare delle sforbiciate. Loro, i più fragili.

Politico (Balletto) e dirigente (Orrù) sottolineano anche che finora sono rimaste inascoltate le richieste avanzate alla Regione per un incremento del budget. “Siamo consapevoli che la situazione è difficile per tutti”, conclude il documento, “per questo, in un frangente storico economico particolarmente delicato per tutta l’Europa, vi chiediamo collaborazione in questa fase finale dell’anno”.

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