Un ordine del giorno unitario sulle strategie da intraprendere per contrastare la violenza di genere e le discriminazioni. Dentro ci sono i temi delle tre mozioni presentate oggi in ordine sparso nel Consiglio regionale della Sardegna in occasione della seduta Statutaria dedicata ai femminicidi.

Tra i punti principali approvati ci sono l'istituzione del Codice rosa come aggiuntivo per l'accesso al triage dei Pronto soccorso, la creazione dell'assessorato delle Pari opportunità e di una commissione speciale per la lotta alla disparità di genere.

L'Assemblea sarda chiede, dunque, al presidente della Regione Christian Solinas di impegnarsi anche a garantire la continuità ai finanziamenti dei centri antiviolenza, la formazione nelle scuole per una cultura della non discriminazione, l'approvazione di un piano pluriennale di contrasto alla violenza e alle discriminazioni, infine il finanziamento di programmi di sensibilizzazione e prevenzione.

"In Sardegna sono ancora troppo poche le denunce - ha dichiarato in Aula l'assessore al Lavoro e consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda - servono progetti e risorse all'interno di un piano strategico dedicato alle donne, a partire dal potenziamento del Reddito di libertà".

Carla Cuccu (M5s), prima firmataria di una delle mozioni, ha sottolineato la necessità che "il mondo del lavoro favorisca le assunzioni di coloro che escono dai centri di violenza". Desirè Manca (M5s) ha ricordato di aver sollecitato da tempo questa seduta, e ha fatto notare l'assenza del presidente della Regione e di gran parte dei colleghi consiglieri maschi. Poi ha ricordato i nomi delle ultime donne uccise in Sardegna.

Rossella Pinna (Pd) ha osservato che spesso le violenze avvengono in casa, il luogo degli affetti ma anche il più pericoloso per donne e bambini.

Secondo Elena Fancello (Psd'Az), ciò che manca è un approccio culturale: "Occorrerebbe fare quello che si è fatto per sensibilizzare le nuove generazioni ai temi ambientali". Maria Laura Orrù (Progressisti) ha ricordato che "i dati allarmanti del fenomeno sono stati aggravati dalla pandemia".

Sempre a nome del gruppo dei Progressisti, Laura Caddeo ha dichiarato che bisogna cambiare profondamente anche le modalità di comunicazione degli episodi di violenza e femminicidio, perché spesso si parla di "dramma della gelosia" o di "raptus omicida" degli uomini, dimenticando tutto ciò che ha preceduto il gesto estremo di violenza.

Sara Canu (Riformatori) si è soffermata sulla centralità del cambiamento culturale, ricordando la durissima condizione delle donne afghane che oggi non possono nemmeno studiare. 

(Unioneonline/v.l.)

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