«Hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo #staisereno non ha funzionato. Fine».

Così Carlo Calenda sul suo profilo Twitter rivolto a Matteo Renzi all’indomani della riunione in cui è naufragato (definitivamente?) il partito unico del Terzo Polo.

L’obiettivo dell’incontro di ieri sera era placare gli animi e ricomporre le frattura, ma la riunione di tre ore si è conclusa con un “nulla di fatto”, come ha detto lo stesso Calenda. Il comitato politico della federazione Azione-Italia Viva ha discusso il nuovo documento sul percorso verso il partito unico del Terzo Polo, ma le posizioni sono rimaste inconciliabili.

Il leader di Azione prima ha detto che «l’attacco personale ricevuto da Maria Elena Boschi 10 minuti prima di entrare in riunione denota la volontà di rompere», poi è entrato nel merito. «Ho registrato l’indisponibilità di Italia Viva a sciogliere il partito, hanno ribadito che Iv continuerà a fare attività nel 2024. Mentre facciamo il partito unico, Renzi fa la Leopolda. Inaccettabile». Inoltre, non ha ricevuto risposte da IV sulla questione economica: «Il partito così nascerebbe senza un supporto finanziario».

Infine Calenda ha lanciato un appello a Renzi: «Smetti di fare attività politica con IV, la fai nel Terzo Polo se esistono ancora le condizioni di mancanza di conflitto di interessi per farla».

Oggi pomeriggio nuova riunione per provare a ricucire la spaccatura: «Poche ore per recuperare, altrimenti il partito unico non nasce». Poi l’invito all’ex premier: «Venga e dica come la pensa, le cose si fanno a visto aperto».

Italia Viva dal canto suo ha provato a placare gli animi: «Accordo su tutti i punti tranne che sui soldi e sulla Leopolda». Ma non ha mancato di replicare a Calenda: «Ha chiesto a tutti i membri del comitato politico uscendo di fare dichiarazioni distensive e poi ha fatto il contrario, come sempre».

(Unioneonline/L)

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