È terminato dopo circa un'ora il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi per mettere a punto la risposta ai rilievi della Commissione Ue sulla manovra.

Scadeva infatti a mezzanotte il termine dato da Bruxelles per le risposte ai dubbi espressi dalla Commissione che lo scorso 23 ottobre ha ufficialmente bocciato la manovra del governo chiedendo di inviare una nuova bozza.

L'esecutivo tuttavia tira dritto. Secondo quanto riferito da fonti di governo, si cercherà di porre un maggiore accento sulle privatizzazioni, la strada da percorrere per garantire il calo del debito pubblico nei prossimi tre anni. Ma non cambierà nulla sui numeri, così come sottolineato dal vicepremier Luigi Di Maio al termine del Cdm: "La manovra non cambia né nei saldi né nella previsione della crescita, perché è nostra convinzione che è quel che serve al paese per ripartire. Nella lettera a Bruxelles abbiamo scritto che aumentiamo le dismissioni degli immobili, ci impegniamo a mantenere il 2,4 di deficit ma reddito e pensioni, quota 100, rimborsi a risparmiatori truffati non cambiano e vanno avanti", ha aggiunto il ministro spigando che le dismissioni "non includono i gioielli di famiglia, ma solo beni immobili di ordine minore. Porteremo a casa il decreto emergenze, che ha dentro Genova e Ischia", ha poi aggiunto.

L'arrivo di Matteo Salvini a Palazzo Chigi (Ansa)
L'arrivo di Matteo Salvini a Palazzo Chigi (Ansa)
L'arrivo di Matteo Salvini a Palazzo Chigi (Ansa)

Matteo Salvini, entrando a Palazzo Chigi, aveva confermato che la manovra non sarebbe cambiata: "Stiamo lavorando per garantire più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse per tanti italiani. Se all'Europa va bene siamo contenti, altrimenti tiriamo dritto".

Bruxelles nel bocciare il provvedimento aveva parlato di "deviazione senza precedenti" rispetto agli obblighi di bilancio e agli impegni assunti in sede europea e approvati dallo stesso governo Conte nel Consiglio europeo del 28 giugno.

L'Italia tira dritto, dunque. E lo scenario che si apre è tutt'altro che rassicurante per il nostro Paese: diventa sempre più concreta infatti la prospettiva dell'apertura di una procedura d'infrazione per violazione delle regole sul debito e sul deficit del fiscal compact. Procedura che può portare anche all'adozione di sanzioni economiche contro l'Italia.

Christine Lagarde, presidente dell'Fmi (Ansa)
Christine Lagarde, presidente dell'Fmi (Ansa)
Christine Lagarde, presidente dell'Fmi (Ansa)

IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE - E anche l'Fmi storce il naso sulla manovra italiana, lo fa in un rapporto pubblicato proprio a poche ore dalla risposta di Roma a Bruxelles. "L'effetto dello stimolo del deficit al 2,4% del Pil - si legge - è incerto nei prossimi due anni e sarà probabilmente negativo nel medio termine, se dovesse persistere lo spread elevato".

Stesso discorso per il debito, che gli economisti vedono stabile "al 130% del Pil" nei prossimi tre anni.

Anche sulle previsioni di crescita c'è differenza di vedute: se Roma ritiene che con questa manovra il Pil italiano possa aumentare dell'1,5% l'anno prossimo e dell'1,6% nel 2020, l'Fmi conferma una "bassa crescita di circa l'1% fino al 2020", che poi calerà ulteriormente negli anni successivi.

Dal Fondo Monetario Internazionale un richiamo anche sulle pensioni e su quota 100: "È improbabile - osserva - che l'ondata di pensionamenti creerebbe tanti posti di lavoro per i giovani". Anzi, rincara, "per le generazioni più giovani ci sarebbero solo ulteriori oneri".

(Unioneonline/L-s.a.)
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